Tra i più importanti sussidi a sostegno del lavoratore, la Naspi cambierà ulteriormente con la Legge di Bilancio. Ecco come.
L’INPS, in quanto ente principale della previdenza nel nostro paese, fà della protezione sociale che offre a milioni di italiani, garantendo così un sostegno economico in caso di bisogno, la sua importanza e ragion d’essere.
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è uno dei numerosi servizi che offre ai lavoratori disoccupati che hanno perso involontariamente il proprio lavoro. È un sostegno finanziario temporaneo che viene fornito per un determinato periodo di tempo, in base alla durata del contratto di lavoro precedente.
Normalmente chi richiede la NASpI ha tutti i dovuti e verificabili requisiti, essendo che l’erogazione di questo sussidio sorge anche dal versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Tutto questo dovrebbe anche essere visibile sul Fascicolo Previdenziale, accessibile sulla propria area personale direttamente dal sito dell’INPS.
Con il nuovo anno arriva però la Legge di Bilancio che, inevitabilmente, apporterà dei cambiamenti all’erogazione di questo sussidio.
Cosa cambia con la nuova Legge di Bilancio
Dal 1° gennaio 2025, la Legge di Bilancio ha implementato modifiche rilevanti ai requisiti per accedere alla Naspi, con l’intento di prevenire abusi e rafforzare il legame tra contribuzione e diritto all’indennità. La Naspi, come già introdotto poco fa, è un supporto economico erogato ai lavoratori subordinati che perdono involontariamente il proprio impiego e richiede, oltre allo stato di disoccupazione involontaria, un minimo di 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti.
Le novità del 2025 si focalizzano sui lavoratori che, dopo aver presentato le dimissioni volontarie, sono stati assunti da un nuovo datore di lavoro e successivamente licenziati. Con le nuove regolazioni, per accedere alla Naspi in questa circostanza, il lavoratore deve aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nel nuovo impiego. In assenza di questo requisito, non si avrà diritto all’indennità, anche se il licenziamento rappresenta una perdita involontaria del lavoro.
Altri aspetti della nuova normativa
Ad esempio, un lavoratore che si dimette a gennaio, trova un nuovo impiego ad aprile e viene licenziato dopo un mese, non potrà beneficiare della Naspi. In passato, l’indennità sarebbe stata concessa, ma la nuova normativa impone una durata minima del nuovo rapporto di lavoro per garantire il diritto alla prestazione.
Questi cambiamenti sono finalizzati a prevenire comportamenti abusivi, come nel caso di chi otteneva la Naspi attraverso brevi assunzioni strategiche seguite da licenziamenti programmati. Solo il tempo potrà fornire un’adeguata valutazione dell’efficacia delle nuove disposizioni nel garantire equità e sostenibilità al sistema.