Negato l’Esta a Marco Bortolotti: l’azzurro escluso dai US Open 2024 dopo un viaggio in Iran

Il mondo del tennis italiano è in subbuglio dopo la decisione delle autorità statunitensi di negare l’Esta al tennista Marco Bortolotti, che si preparava a partecipare agli US Open 2024 in coppia con Flavio Cobolli. Il rifiuto è stato motivato da un viaggio effettuato dall’atleta in Iran nel 2015, un episodio che ha sollevato interrogativi sulle politiche di accesso al paese. Bortolotti, già in passato colpito da un caso simile riguardante l’uso di sostanze proibite, ha espresso il suo dispiacere e la sua determinazione a non lasciarsi abbattere da questa difficile situazione.

Il motivo della negazione dell’Esta

Il viaggio in Iran e l’impatto sulla carriera

Nel 2015, Marco Bortolotti ha partecipato a un torneo di tennis in Iran, un evento che ha avuto ripercussioni più ampie del previsto. Le autorità statunitensi, infatti, hanno utilizzato questo episodio come motivazione per negargli l’accesso mediante l’Esta, il sistema elettronico per l’autorizzazione al viaggio verso gli Stati Uniti. Questo rifiuto rappresenta non solo un ostacolo alla sua carriera sportiva, ma anche una questione di rilevante impatto emotivo, dato il sogno di competere in un torneo prestigioso come gli US Open.

La decisione del console di non concedere il visto B1 a Bortolotti, ritenendo che non fosse il visto appropriato, complica ulteriormente la situazione. Nonostante le richieste di visto urgente, tutte sono state respinte, lasciando il tennista in una condizione di precarietà rispetto ai suoi impegni sportivi. La situazione di Bortolotti richiama l’attenzione su come le politiche di immigrazione degli Stati Uniti possano influenzare le carriere degli atleti, spesso vincolati a regolamenti che vanno oltre il loro controllo.

Le reazioni di Marco Bortolotti e del mondo del tennis

Un forte dispiacere e la solidarietà della comunità tennistica

Marco Bortolotti ha condiviso il suo dispiacere sui social media, dicendo: “Con profondo dispiacere e incredulità sono costretto a rinunciare agli US Open 2024… Manderò giù il boccone e ripartirò, come sempre.” Queste parole mostrano non solo la sua determinazione, ma anche la frustrazione di trovarsi a dover affrontare una situazione così complessa. Il sostegno della comunità tennistica italiana è palpabile, con molti colleghi che hanno espresso solidarietà nei suoi confronti.

L’episodio ha messo in evidenza anche il caso di Jannik Sinner, un altro tennista italiano che ha dovuto affrontare una situazione simile. I tennisti professionisti sono spesso considerati ambasciatori del loro paese e le loro carriere possono essere influenzate da eventi esterni, come le decisioni governative. L’interesse del pubblico si è acceso non solo sulla questione di Bortolotti, ma anche sulle implicazioni per altri sportivi che potrebbero trovarsi nella stessa situazione.

L’uscita dal torneo e le prospettive future

Un momento difficile, ma non la fine della carriera

Gli US Open rappresentano uno dei tornei di tennis più prestigiosi al mondo, e la rinuncia a partecipare è un colpo duro per qualsiasi atleta. Per Marco Bortolotti, tuttavia, questa esclusione non segna necessariamente la fine della sua carriera o delle sue aspirazioni nel tennis. Dopo aver affrontato difficoltà in passato e trovato la forza di rimettersi in gioco, il tennista potrebbe utilizzare questa esperienza come un’opportunità per crescere sia come atleta che come persona.

Alla luce di questi eventi, Bortolotti sarà costretto a rivedere i suoi piani e a concentrare le proprie energie su future competizioni. La speranza è che situazioni simili possano essere scongiurate in futuro e che le politiche di accesso possano diventare più inclusive per gli sportivi di tutto il mondo. La resilienza e la determinazione di Bortolotti potrebbero ispirare molti giovani tennisti a non arrendersi di fronte alle avversità, mostrando che, nonostante gli ostacoli, ci si può sempre rialzare e tornare a competere nel modo migliore possibile.

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Redazione