La recente attenzione della Fondazione Magna Grecia sulla connessione tra i social media e la criminalità organizzata ha suscitato un dibattito significativo. In un mondo sempre più dominato da piattaforme come TikTok e Instagram, la criminalità non solo trova terreno fertile per espandere le proprie attività, ma si inserisce anche in un contesto che spesso attira le fasce più vulnerabili della società. Nino Foti, presidente della Fondazione, ha rilasciato dichiarazioni all’Adnkronos durante il Forum sul cybercrime a Palermo, enfatizzando la necessità di affrontare questa problematica con urgenza e competenza.
La crescente influenza dei social media sulla criminalità
Secondo Nino Foti, i social media rappresentano un nuovo terreno di gioco per le organizzazioni criminali. Questi strumenti digitali non solo facilitano la comunicazione tra i membri di tali gruppi, ma offrono anche possibilità per diffondere la propria ideologia e attrarre nuovi adepti. Le piattaforme come TikTok e Instagram sono particolarmente apprezzate dai più giovani, creando una finestra d’opportunità per le formazioni criminali di interagire con una fascia di popolazione spesso impressionabile e vulnerabile.
Le organizzazioni mafiose usano i social per mostrare un’immagine di successo e potere, normalizzando comportamenti devianti agli occhi di una gioventù in cerca di modelli da seguire. Allo stesso modo, la disponibilità di contenuti violenti e degradanti si traduce in un clima di normalizzazione delle attività illegali, contribuendo a una percezione distorta della realtà tra i giovani.
Foti sottolinea che il potere dei social media è tale da riuscire a influenzare anche i comportamenti della fascia più fragile della società. Le iniziative promosse da gruppi criminali possono sembrare attraenti, specialmente per chi è alla ricerca di opportunità economiche o di riconoscimento sociale. La Fondazione Magna Grecia sta lavorando per portare a galla questi fenomeni, nella speranza di stimolare una riflessione collettiva su come proteggere le generazioni future dall’influenza insidiosa della criminalità.
Il dark web: un universo complesso e inaccessibile
Nella conversazione con l’Adnkronos, Foti ha anche messo in evidenza la complessità e l’insidiosità del dark web, definendolo un “universo” dove si consumano attività illecite di ogni genere. Queste operazioni oscure comprendono vendita di organi, traffico di bambini, armi e droghe, costituendo un grave rischio per la sicurezza delle società moderne. Le difficoltà di accesso e identificazione di queste reti illecite, unite alla mancanza di risorse disponibili per affrontarle, pongono una sfida importante per le istituzioni.
In molti casi, le organizzazioni criminali dispongono di finanziamenti e di specialisti per la gestione delle loro attività clandestine, mentre le forze dello Stato si trovano a competere con risorse inferiori. Questo squilibrio rende difficile non solo il monitoraggio delle attività illegali, ma anche la prosecuzione di azioni legali efficaci.
La capacità di penetrazione del dark web necessiterebbe di approcci strategici e investimenti in tecnologia da parte delle forze dell’ordine. Il presidente Foti suggerisce che lo Stato deve affinare le proprie tecniche di indagine e aumentare gli sforzi nel contrasto al crimine informatico, lavorando in sinergia con esperti del settore e con le istituzioni locali.
L’esigenza di una legislazione adeguata
Un altro punto toccato da Foti riguarda l’obsolescenza delle legislazioni nazionali ed europee rispetto all’evoluzione tecnologica. Attualmente, le leggi in vigore non riescono a tenere il passo con la rapidità dei mutamenti del panorama digitale, lasciando spazi di manovra alle attività illecite che si avvalgono di internet.
L’iniziativa legislativa imminente affronta un urgente bisogno di trattare le attività illecite amplificate dalla tecnologia. Foti avverte che l’inefficienza delle norme attuali rappresenta una fase pericolosa, dove le organizzazioni criminali operano con una capacità organizzativa che sovrasta quella delle istituzioni statali. La Fondazione Magna Grecia chiede unite forze politiche e giuridiche per sviluppare un approccio legislativo robusto che possa realmente contrastare la criminalità.
L’adeguamento dei framework giuridici potrebbe includere regolazioni specifiche riguardanti il cybercrime, la protezione dei dati personali e la responsabilità delle piattaforme social. Senza un quadro normativo adeguato, il rischio è quello di vedere espandersi influenze nocive che potrebbero mettere in difficoltà l’intera società. La Fondazione continua a lavorare per sensibilizzare su questi temi, promuovendo una maggiore consapevolezza tra i cittadini e le istituzioni.