Nocera Inferiore: condannata clinica per omessa diagnosi di liposarcoma, risarcimento di 170.000 euro

Un’importante sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Nocera Inferiore riguardo a un caso che evidenzia gli effetti devastanti di una diagnosi sbagliata nel campo della medicina. La decisione colpisce una clinica locale, ritenuta responsabile per l’omessa diagnosi di un liposarcoma in una paziente di 35 anni, che ha subito gravi conseguenze. Il Tribunale ha stabilito un risarcimento complessivo di 170.000 euro, comprendente danni biologici e patrimoniali, provocati dalla perdita del lavoro della donna.

La storia della paziente e la diagnosi trascurata

La vicenda si concentra su una giovane donna che, frequentando la clinica per dolori addominali persistenti, ha ricevuto un trattamento che si è rivelato insufficiente e fuorviante. Nonostante i sintomi preoccupanti, il medico della struttura ha sottovalutato la situazione, etichettando il dolore come una banalità. Una scelta infelice che avrà ripercussioni devastanti nei mesi successivi.

L’assenza di un’adeguata indagine clinica da parte del medico ha portato a un aggravamento delle condizioni di salute della paziente. Le visite mediche successive hanno mostrato una crescita di una massa tumorale, che ha costretto la donna a un ricovero d’urgenza per gravi complicazioni. La diagnosi di liposarcoma è giunta troppo tardi, rendendo necessario un intervento chirurgico demolitivo che poteva essere evitato con un approccio più scrupoloso da parte del personale medico.

Questa situazione drammatica mette in evidenza come la mancanza di attenzione e competenza possa causare danni irreversibili nei pazienti, sollecitando una riflessione sul ruolo cruciale ricoperto dai medici nell’individuare tempestivamente patologie gravi.

Le conseguenze della diagnosi tardiva

Il caso ha avuto conseguenze pesanti per la vita quotidiana della paziente, che ha dovuto affrontare non solo il dolore fisico e le sofferenze legate a una condizione grave, ma anche una significativa perdita economica. Il risarcimento di 170.000 euro è stato calcolato per coprire i danni biologici, in quanto la salute della donna è stata compromessa in modo considerevole, e i danni patrimoniali risultanti dalla sua incapacità di proseguire la propria attività lavorativa.

L’intervento chirurgico, che ha comportato delle complicazioni, ha minato in modo serio la sua qualità della vita. Si stima che le ripercussioni della patologia e del trattamento necessitino di una lunga riabilitazione, il che rende il risarcimento una compensazione vitale, sebbene non possa restituire completamente ciò che è stato perso.

Le dichiarazioni rilasciate dai legali della paziente, appartenenti allo Studio Maior, fanno riflettere sull’importanza di una medicina che impieghi la massima attenzione e professionalità nel gestire ogni singolo caso, perché le conseguenze di un errore possono allargarsi ben oltre i limiti della salute fisica.

La posizione legale e le dichiarazioni

Gli avvocati Pierlorenzo Catalano, Michele Francesco Sorrentino e Filippo Castaldo, insieme al medico legale Dott. Marcello Lorello, hanno assistito la paziente durante la procedura legale, avendo un ruolo fondamentale nel dimostrare la negligenza della clinica. Le ricorrenti lamentele di una diagnosi non corretta hanno tirato in ballo principi di diligenza e responsabilità professionale che non possono essere sottovalutati.

In un clima in cui l’attenzione alla salute paga, il verdetto emesso dal tribunale sancisce l’importanza del rigore nella pratica medica. L’enfasi è stata posta sulla necessità di una scrupolosa considerazione di ogni sintomo, specialmente in casi complessi come quelli oncologici. Il risarcimento accumulato rappresenta quindi non solamente un riconoscimento per la paziente, ma un monito per le strutture sanitarie a migliorare gli standard di diagnosi e trattamento.

Questo caso, emblematico per la sua gravità, sottolinea l’esigenza di implementare procedure più efficaci per garantire che simili errori non possano ripetersi in futuro, proteggendo i diritti e la salute dei pazienti.

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Filippo Grimaldi