L’argomento del risarcimento dei calciatori infortunati durante le competizioni nazionali ha suscitato interesse tra i tifosi e gli esperti di settore, in particolare quando si parla del sodalizio partenopeo SSC Napoli. Durante un’intervista rilasciata a CalcioNapoli24 Live su CN24 Tv, l’avvocato Enrico Lubrano ha fatto chiarezza sulle disposizioni attuali riguardanti la responsabilità della FIFA nel compensare i club per gli infortuni dei giocatori. Questo articolo esamina le norme in vigore e la loro applicazione nel contesto della squadra napoletana.
La responsabilità della FIFA nel risarcimento
Secondo quanto affermato da Lubrano, è la FIFA a garantire ai calciatori il risarcimento durante i periodi di attività con le rispettive Nazionali. Tuttavia, ci sono condizioni specifiche da rispettare. In particolare, il risarcimento è a carico della FIFA solo per infortuni che superano la durata di 28 giorni. In altre parole, se un giocatore infortunato rientra in campo prima di questa scadenza, il club non avrà diritto a ricevere alcun compenso.
Questo accordo è volto a tutelare sia i giocatori che i club, ma la limitazione dei 28 giorni solleva interrogativi, specialmente per quanto riguarda le esigenze economiche delle squadre. Il risarcimento può raggiungere la cifra massima di 20mila euro al giorno, ma i club devono considerare che tale importo incide sullo stipendio del calciatore e non rappresenta un guadagno diretto per loro. Questo significa che, nel caso di un infortunio a lungo termine, il risarcimento può alleviare parzialmente il carico finanziario, ma non lo elimina del tutto.
Il caso di Lobotka e le possibilità di risarcimento per il Napoli
Nel concreto caso di Stanislav Lobotka, calciatore del Napoli che ha subito un infortunio, la questione del risarcimento si fa più complessa. L’obiettivo del club sarà quello di verificare se Lobotka rimarrà fuori dal campo per un periodo che superi i 28 giorni. Se Lobotka dovesse rimanere indisponibile per più di un mese, il Napoli potrà presentare una richiesta alla FIFA per ottenere il risarcimento.
La procedura prevede che, dal 29esimo giorno di assenza del giocatore, il club possa calcolare la cifra dovuta in base ai giorni in cui il calciatore è stato infortunato e al suo stipendio. Nonostante ciò, dato che il limite massimo di risarcimento continua a fissarsi a 20mila euro al giorno, ci sono considerazioni pratiche da fare. Se un atleta guadagna più di questa cifra, il club non potrà beneficiare della differenza. Questo rappresenta una sfida per i club, poiché risorse economiche adeguate potrebbero risultare inadeguate rispetto agli stipendi attuali dei giocatori.
Le future prospettive e le richieste dei club
Negli ultimi anni, i club di calcio hanno sollevato la questione del risarcimento FIFA, auspicando un rinnovamento delle normative vigenti. La regola delle quattro settimane di attesa prima di poter richiedere un risarcimento è vista come un fattore dissuasivo, che penalizza le società sportive. In questo contesto, ci sono discussioni in corso su possibili modifiche alle regolazioni esistenti. I club potrebbero quindi non solo discutere la rivisitazione dei tempi di attesa, ma anche sollecitare un adeguamento delle somme massime rimborsabili.
Questa tematica è particolarmente rilevante, specialmente alla luce delle esigenze economiche derivanti da una gestione di bilancio sostenibile che i club devono affrontare nel mercato moderno. La norma, in vigore dal 2012, è stata oggetto di numerose critiche e i dirigenti sportivi auspicano che si possano avviare discussioni costruttive con la FIFA per garantire che le regole siano più favorevoli alle esigenze dei club, specialmente considerando l’evoluzione della figura professionale del calciatore e degli stipendi incrementati.
La questione del risarcimento non riguarderà solo il Napoli in questo momento, ma è destinata a essere un tema centrale di discussione che coinvolge molti club a livello globale, specialmente con l’avvento di nuove normative e l’adattamento alle dinamiche del moderno calcio.