Un recente studio clinico, presentato al congresso della società europea di oncologia medica a Barcellona, ha rivelato risultati incoraggianti nella lotta contro l’adenocarcinoma metastatico del pancreas. La ricerca, condotta dall’Unità di Farmacologia Sperimentale dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, ha esaminato l’uso combinato di un farmaco per il colesterolo e un antiepilettico, dimostrando un potenziale significativo nell’aumentare l’efficacia della chemioterapia, senza aumentare gli effetti collaterali.
Dettagli dello studio VESPA
La strutturazione del progetto
Lo studio clinico, denominato VESPA, è coordinato da Alfredo Budillon, direttore scientifico del Pascale, e Antonio Avallone, responsabile dell’Unità di Oncologia Clinica e Sperimentale per i tumori addominali. Questo progetto è finanziato dal programma europeo REMEDI4all, che mira a creare una rete permanente di istituzioni dedite al “riposizionamento” dei farmaci. Tale approccio prevede l’impiego di farmaci già approvati per trattamenti differenti da quelli per cui erano originariamente indicati.
In particolare, VESPA ha utilizzato acido valproico e simvastatina, entrambi farmaci generici noti, associandoli alla tradizionale chemioterapia. Il progetto ha visto la partecipazione di 23 istituzioni e quattro centri clinici italiani, oltre a collaborazioni con diversi centri di ricerca spagnoli, tra cui il Ramon y Cajal Health Research Institute di Madrid, dimostrando così un ampio impegno e una condivisione di risorse a livello europeo.
Obiettivi e risultati finora ottenuti
Lo studio ha coinvolto finora 75 pazienti congelati a fronte di un obiettivo finale di 240 reclutamenti. Durante la presentazione a Barcellona, Budillon ha evidenziato come questa combinazione non solo abbia superato la fase di sicurezza, ma abbia anche dimostrato potenzialità di miglioramento dell’efficacia terapeutica. L’associazione di acido valproico e simvastatina alla chemioterapia non ha mostrato segni di tossicità aggiuntiva, il che è un aspetto fondamentale per la pratica clinica, dato che permette di mantenere una qualità della vita accettabile per i pazienti.
La sicurezza dell’associazione terapeutica
Nessun incremento degli effetti collaterali
Alfredo Budillon ha chiarito che, ad oggi, lo studio ha dimostrato che la combinazione di acido valproico e simvastatina con i farmaci chemioterapici non induce un aumento significativo degli effetti collaterali. Questo è un elemento cruciale, considerando che il trattamento del cancro porta già di per sé un carico di effetti collaterali debilitanti per i pazienti.
Il professionista ha sottolineato che la farmacocinetica, ovvero il modo in cui i farmaci vengono assorbiti e metabolizzati dall’organismo, non viene alterata dalla nuova associazione, garantendo che i farmaci chemioterapici possano continuare a funzionare efficacemente. Questo è un risultato particolarmente importante, considerando che molte innovazioni terapeutiche tendono a portare a complicazioni aggiuntive.
Collaborazione e sostegno
Budillon ha voluto mettere in evidenza il ruolo dei collaboratori e delle associazioni di pazienti nella progettazione e attuazione dello studio. Il contributo di questi soggetti è essenziale per garantire che le terapie sviluppate siano non solo efficaci, ma anche percorribili e sostenibili in un contesto clinico. La sinergia tra ricercatori, clinici e pazienti ha rappresentato un elemento chiave per l’identificazione delle potenzialità nell’associare queste due terapie, confermando la volontà di sviluppare approcci innovativi e mirati nel trattamento delle neoplasie.
Questa innovativa iniziativa segna un passo importante nella ricerca oncologica e testimonia l’impegno della comunità scientifica nella continua lotta contro malattie devastanti come il cancro al pancreas. Con il prosieguo dello studio e l’ampliamento del numero di pazienti coinvolti, ci si attende di ottenere risultati ancora più significativi nel prossimo futuro.