La questione dei box auto sotterranei a Napoli, in particolare a Piazza degli Artisti, continua a sollevare dibattiti accesi e opposizioni. La presenza di un albero monumentale, la Phytolacca, ha costretto la cooperativa Napoli 2000 a modificare i propri progetti, suscitando reazioni tra cittadini e ambientalisti. Da 14 anni la disputa si protrae tra iniziative legali e manifestazioni pubbliche, evidenziando il forte coinvolgimento della comunità nella salvaguardia dell’ambiente e della storia locale.
La Phytolacca, classificata come albero monumentale dal Ministero delle Politiche agricole nel luglio 2022, rappresenta non solo un valore ecologico, ma anche una ricchezza botanica. Quest’albero, che si erge a Piazza degli Artisti, non può essere né abbattuto né spostato, richiedendo un’adeguata considerazione da parte delle autorità nella pianificazione di opere pubbliche. La cooperativa Napoli 2000, da anni impegnata nel progetto di realizzazione dei box auto interrati, ha quindi dovuto rivedere le proprie strategie, riconoscendo l’importanza della preservazione di tale monumento naturale.
Con la nuova variante, il progetto iniziale di 315 posti auto distribuiti su quattro livelli è stato ridotto a 192 posti, con un totale di 246 auto. Questa modifica rappresenta una risposta diretta alle limitazioni imposte dalla presenza dell’albero e ha attirato l’attenzione della cittadinanza. Tuttavia, la riduzione dei posti auto non ha soddisfatto completamente le aspettative di chi si opponeva a questo intervento, con la speranza di una completa archiviazione del progetto ora messa in discussione.
Il Comune di Napoli ha convocato una Conferenza dei Servizi per valutare la nuova proposta di Napoli 2000 e per rilasciare i necessari pareri tecnici e amministrativi. L’intenzione della cooperativa di preservare l’area della Phytolacca, sebbene abbia portato a una ridefinizione del progetto, ha scatenato delusione nei membri del comitato No Box. Franco Di Mauro, ex consigliere comunale e attivista del comitato, ha annunciato la mobilitazione per opporsi al piano in corso, ritenendo che le nuove modifiche non siano sufficienti a giustificare la continuazione del progetto rispetto alla protezione dell’ambiente.
La strategia del comitato si muove su due fronti: da un lato, organizzazione di assemblee pubbliche per discutere la situazione e pianificare future azioni; dall’altro, continuazione di una battaglia legale. Di Mauro sostiene che il progetto attuale, essendo stato modificato, dovrebbe essere nuovamente esaminato dal consiglio comunale, tenendo conto delle opere compensative che inizialmente erano parte del piano.
Le obiezioni al progetto non coinvolgono solo i gruppi di cittadini, ma anche membri di partiti politici. Rino Nasti, consigliere della Quinta Municipalità con i Verdi, ha espresso posizioni critiche sull’iniziativa di Napoli 2000. Nasti definisce l’intervento un’operazione edilizia privata anacronistica su suolo pubblico, che non tiene conto dei principi di mobilità sostenibile e transizione ecologica. Egli sottolinea che gli spazi pubblici, come i parcheggi inutilizzati in via dell’Erba e via Murat, potrebbero rappresentare soluzioni alternative più efficienti per le esigenze di parcheggio della città.
In questo contesto, il comitato Valori Collinari, guidato da Gennaro Capodanno, sottolinea il rischio di un incremento del traffico e della cementificazione della collina di Napoli. La proliferazione di box auto privati, che a volte rimangono invenduti a breve distanza da parcheggi pubblici, rappresenta una contraddizione alla luce delle necessità ambientali e urbanistiche della città. La crescente opposizione alla realizzazione di nuovi box interrati mette in luce la necessità di uno sviluppo urbano più rispettoso dell’ambiente e delle risorse già disponibili.
La storia dei box auto interrati a Piazza degli Artisti affonda le sue radici nel 2010, quando l’amministrazione comunale dell’epoca, guidata da Rosa Russo Iervolino, approvò un elenco di parcheggi da realizzare a Napoli. Nonostante le contestazioni, Napoli 2000 ottenne nel corso del tempo il diritto di superficie e, successivamente, l’approvazione della convenzione per la realizzazione del progetto. Tuttavia, la questione ha subito un brusco cambiamento con il provvedimento del Ministero delle Politiche agricole, che ha riconosciuto la Phytolacca come monumento naturale, ribaltando le prospettive precedenti.
Questa lunga disputa, caratterizzata da continue battaglie legali e opposizioni da parte dei cittadini, evidenzia l’importanza di un dialogo costruttivo tra le autorità e la popolazione. La comunità, sempre più attenta ai temi ambientali, si mobilita in difesa del patrimonio naturale della città, sollevando questioni cruciali riguardo allo sviluppo sostenibile e all’uso del suolo pubblico per la realizzazione di progetti imprenditoriali. La questione dei box auto a Napoli resta un esempio emblematico delle tensioni tra progresso edilizio e salvaguardia ambientale, un dilemma che richiede soluzioni condivise e rispettose delle esigenze di tutti.