La recente attività della Polizia di Stato di Napoli ha portato a significativi sviluppi nell’ambito di un caso di omicidio risalente a oltre vent’anni fa. Su ordine del Procuratore della Repubblica e grazie alla Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati arrestati due uomini ritenuti esecutori materiali dell’omicidio di Giuseppe Scuotto, avvenuto nel maggio 1999. Questo caso, da lungo tempo irrisolto, riaccende i riflettori sulla violenza della camorra e sulle sue ramificazioni a Napoli.
Il delitto di Scuotto
Giuseppe Scuotto fu assassinato l’11 maggio del 1999 mentre percorreva corso Novara a bordo di un ciclomotore. La sua morte, avvenuta a seguito di una serie di colpi d’arma da fuoco, è stata immediatamente interpretata dalle forze dell’ordine come un attacco di stampo camorristico. Le modalità con cui è avvenuto l’omicidio indicano chiaramente i legami con gli ambienti criminali del capoluogo partenopeo. Scuotto, all’epoca del delitto, era noto nel quartiere Vasto per essere un personaggio influente, collegato al clan Contini.
Le indagini iniziali non portarono a risultati concreti, ma l’ausilio delle tecnologie investigative moderne e le dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia hanno riproposto questo caso sotto una nuova luce. Ricostruire gli eventi del giorno dell’omicidio è stato fondamentale per confermare le dinamiche interne al clan e il contesto in cui si ricompongono le responsabilità individuali.
L’apertura delle indagini nel 2022
Ad oltre vent’anni dall’evento, nel novembre 2022, la Squadra Mobile della Questura di Napoli ha riaperto le indagini su base di nuove informazioni e testimonianze. Le dichiarazioni di collaboratori di giustizia hanno fornito dettagli che hanno riacceso l’interesse investigativo, consentendo un riesame approfondito degli atti preesistenti. Supportati da moderne tecnologie di indagine, come le intercettazioni telematiche, gli agenti hanno potuto acquisire nuovi indizi che hanno rafforzato l’impianto accusatorio nei confronti dei due soggetti arrestati.
La rielaborazione e l’analisi delle evidenze raccolte negli anni precedenti si sono rivelate decisive. Sono stati individuati nuovi legami tra gli indagati e il clan di appartenenza, portando a un quadro complesso che ha messo in evidenza l’andamento interno delle rivalità e delle lotte di potere all’interno della criminalità organizzata.
I motivi dietro l’omicidio
L’omicidio di Giuseppe Scuotto è stato attribuito a motivazioni interne ai clan. A quanto pare, Scuotto stava gestendo affari illeciti senza il consenso dei vertici mafiosi, un atto che ha suscitato la reazione violenta dei capi dei clan Licciardi e Contini. La vittima, in cerca di espansione e di controllo nel suo territorio, aveva raccolto attorno a sé giovani affiliati, mettendo in discussione l’autorità dei leader del sodalizio.
Le indagini hanno fatto luce su un tentativo di epurazione all’interno del clan, evidenziando come la gestione delle attività illecite e la paura di una possibile collaborazione con la Giustizia abbiano alimentato l’ostilità verso Scuotto. Questi elementi, insieme alla sua crescente influenza, hanno creato un contesto di tensione che ha reso l’omicidio una questione di urgente risoluzione per il clan.
L’importanza di questi arresti non risiede solo nell’accertamento delle responsabilità individuali, ma anche nel tentativo di smantellare le strutture operative di una criminalità organizzata che continua a esercitare un forte controllo su determinate aree di Napoli.