Nuove indagini sulla gestione dei beni dell’istituto per non vedenti di Napoli

La gestione patrimoniale dell’Istituto per non vedenti «Paolo Colosimo» di Napoli è al centro di nuove indagini dopo un esposto presentato dalla consigliera regionale Maria Muscarà. La questione riguarda i beni ereditati dal barone Quintieri e la presunta mala gestio da parte della Regione, con implicazioni significative anche per il bilancio pubblico. Le autorità competenti sono chiamate a valutare la situazione e a garantire la trasparenza nella gestione di un patrimonio storico e culturale che ricopre un’importanza rilevante per l’intera comunità.

L’esposto della consigliera Maria Muscarà

Maria Muscarà, esponente del gruppo Misto in Consiglio regionale, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli, a quella di Santa Maria Capua Vetere e alla Corte dei conti della Campania, per richiedere un’indagine approfondita sulla gestione dei beni lasciati da Quintieri. La richiesta di Muscarà non è solo una questione di trasparenza, ma solleva anche interrogativi su possibili irregolarità che potrebbero avere ripercussioni economiche sul patrimonio pubblico.

Il patrimonio in questione include beni mobili e immobili, tra cui un appartamento a Roma, quadri di grande valore custoditi nel caveau del Consiglio regionale, e due tenute agricole situate nelle Marche e nel Basso Lazio. La consigliera ha sottolineato che la Regione aveva precedentemente investito ingenti somme per rendere produttive queste tenute, ma la situazione è cambiata con il passaggio della gestione alla Sauie Srl nel 2003, che è ora in liquidazione. La crescita del debito ha portato a una gestione commissariata e a preoccupazioni sui rendimenti economici del patrimonio.

Le difficoltà economiche e le richieste di trasparenza

Negli ultimi anni, la gestione di questi beni ha sollevato allarmi tra gli eredi del barone Quintieri, che hanno denunciato una mala gestio tramite apposite comunicazioni. Muscarà ha messo in evidenza che nel luglio scorso, il fondo agricolo nelle Marche è stato affittato a un prezzo ritenuto inadeguato, mentre la concessione della tenuta nel Basso Lazio è stata aggiudicata a una sola società partecipante, il che ha alimentato ulteriori sospetti di negligenza da parte della Regione. Le domande poste all’autorità giudiziaria si concentrano sui potenziali danni erariali derivanti da una gestione inefficace di un patrimonio storico.

La consigliera ha richiamato l’attenzione sulla necessità di verifica e ristrutturazione della gestione. Riconosce il patrimonio come essenziale non solo per le famiglie e gli eredi, ma anche per la comunità, sottolineando che un uso improprio potrebbe incidere negativamente sul bene comune e sulle opportunità di sviluppo della cultura locale.

Le condizioni attuali dell’istituto e i progetti futuri

In una recente conferenza stampa, Maria Muscarà, affiancata dall’ex consigliere Salvatore Ronghi, ha denunciato lo stato di abbandono in cui versa l’istituto di via Santa Teresa degli Scalzi. Hanno evidenziato che l’edificio, che può ospitare fino a 150 persone, attualmente accoglie 55 ragazzi non vedenti o ipovedenti, ma necessità di urgenti lavori di manutenzione e riqualificazione. Il loro appello si rivolge sia alle autorità locali sia a quelle regionali, affinché si attivino per migliorare le condizioni e garantire un ambiente più adeguato per gli studenti.

L’assessore regionale al Demanio e al Patrimonio, Antonio Marchiello, ha assicurato che un gruppo di lavoro interistituzionale è già impegnato nella definizione di un progetto di riqualificazione dell’istituto, con l’intento di sviluppare percorsi culturali e sociali in sinergia con istituzioni come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli . La Regione ha previsto investimenti significativi per ricevere fondi destinati alla messa in sicurezza del patrimonio, con progetti che attendono di vedere la luce. Nel 2023, sono stati programmati due interventi finanziati per un totale di 20 milioni di euro, che mirano a trasformare l’istituto in un hub culturale e sociale per l’area metropolitana.

Ogni decisione e azione intrapresa sarà cruciale per garantire una gestione più responsabile e produttiva del patrimonio, tenendo conto della sua valenza storica e culturale per Napoli e per le generazioni future.

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Filippo Grimaldi