Nuove indicazioni sulla vaccinazione contro l’influenza: proposta di anticipazione a 60 anni

Con l’arrivo della stagione influenzale, il dibattito sulla vaccinazione si arricchisce di nuove proposte. Secondo la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria , è opportuno considerare l’anticipo dell’immunizzazione contro l’influenza anche per gli individui a partire dai 60 anni. Questa proposta, emersa durante il congresso SIGG a Firenze, si allinea a quanto già attuato da paesi come Austria, Germania e Gran Bretagna. La necessità di un intervento tempestivo si basa su dati allarmanti forniti dall’European Centre for Disease Prevention and Control , che hanno rivelato come, nella passata stagione, ben il 42% dei pazienti in terapia intensiva a causa dell’influenza fosse appartenente alla fascia over 60.

Influenza: la nuova attenzione alla fascia 60-64 anni

In Italia, le attuali linee guida ministeriali riguardanti la campagna vaccinale anti-influenzale per il periodo 2024-2025 prevedono raccomandazioni specifiche a partire dai 65 anni e per soggetti più fragili di età inferiore. Tuttavia, la posizione del presidente della SIGG, Andrea Ungar, mette in evidenza come il vaccino potenziato, che garantisce una protezione aggiuntiva, non venga raccomandato per chi ha meno di 65 anni. Ciò ha portato a una sua minore diffusione e utilizzo. Secondo Ungar, “gli studi dimostrano chiaramente che il peso dell’influenza sta aumentando anche nella fascia di età 60-64.” Già dai 50 anni, la capacità del nostro sistema immunitario tende a diminuire, rendendo il soggetto più vulnerabile agli effetti dell’influenza. In particolare, le complicazioni influenzali possono riguardare il 62% delle persone di età compresa tra 60 e 64 anni, segmento che finora ha ricevuto meno attenzione.

La richiesta di una revisione delle raccomandazioni ministeriali da parte della SIGG evidenzia un cambio nel modo in cui i professionisti della salute considerano la questione. Non si sta parlando solo di adulti anziani, ma anche di persone più giovani che presentano un maggior rischio di complicazioni, spesso trascurate in precedenti discussioni riguardanti la vaccinazione.

La situazione attuale dell’influenza in Italia

Secondo Francesco Landi, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, “è fondamentale che la campagna di vaccinazione si concentri in primo luogo sulla popolazione over 65 e su giovani pazienti fragili.” Tuttavia, è importante sottolineare che l’influenza colpisce una parte significativa della popolazione, e i sessantenni rappresentano un gruppo numeroso all’interno delle statistiche relative ai casi di influenza.

Landi afferma che non ci si può limitare a vaccinare solo i gruppi a rischio tradizionali, poiché la malattia influenza in modo eterogeneo anche altre fasce di età. L’attenzione verso i sessantenni è cruciale non solo per proteggere la loro salute, ma anche per ridurre la diffusione del virus nel territorio.

L’andamento previsto dell’influenza e il picco atteso

La stagione influenzale 2024-2025 si presenta come una lunga partita, ancora in fase di sviluppo. Fabrizio Pregliasco, virologo, spiega che attualmente si registra una crescita lenta dei casi, collegata alla presenza di una variante meno aggressiva rispetto agli anni scorsi, l’A/H1N1, ma non è da sottovalutare la possibilità di un aumento significativo della diffusione, specie dopo le festività natalizie. Infatti, come evidenziato, “la mancanza di freddo intenso ha finora frenato la virulenza tipica della stagione influenzale.”

L’analisi dei dati epidemiologici mostra che nel periodo dal 2 all’8 dicembre, sono stati riportati circa 510mila casi di sindromi simil-influenzali, superando i 3,3 milioni dall’inizio della stagione. L’esperto avverte che è probabile che nel giro di poche settimane si possano registrare un ulteriore 100mila contagi. Ogni anno, durante le festività, i dati tendono a essere più sottostimati per via della minore segnalazione da parte dei medici. Pertanto, la previsione del picco influenzale è spostata dopo le festività, probabilmente verso gennaio, a seguito della riapertura delle scuole.

La stagione è stata anticipata come “aggressiva”, con possibili casi che raggiungeranno fino a 15 milioni, sottolineando l’importanza di una risposta tempestiva e adeguata da parte del sistema sanitario e della popolazione. La preparazione al picco influenzale, che includerebbe l’adesione a programmi vaccinali più inclusivi, potrebbe contribuire significativamente a mitigare il rischio di diffusione del virus.

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Valerio Bottini