Il carcinoma mammario rappresenta la forma di cancro più diffusa tra le donne, con un’incidenza che continua a crescere. La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare le possibilità di sopravvivenza. Recentemente, un’innovativa terapia mirata con ribociclib ha mostrato risultati promettenti nel trattamento delle pazienti con tumore al seno in stadio iniziale II e III, riducendo il rischio di recidiva e aprendo nuove prospettive terapeutiche.
Nel 2023, l’Italia prevede circa 55.900 nuovi casi di carcinoma della mammella, evidenziando la gravità di questa patologia. Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia senologica e toraco-polmonare dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, sottolinea la predominanza di questo tumore tra le donne. Circa il 70% dei tumori mammari diagnostici sono ormonosensibili, il che generalmente implica una prognosi positiva nel breve termine. Tuttavia, queste forme di cancro possono recidivare anche dopo molti anni; la statistica indica che un terzo delle pazienti con iniziale stadio II e metà di quelle in stadio III ha la possibilità di rivedere la malattia nel tempo. Questo sottolinea l’importanza di sviluppare strategie terapeutiche più efficaci e mirate a ridurre la possibilità di recidiva.
La terapia con ribociclib, un inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti, rappresenta un progresso significativo nel trattamento del tumore al seno. De Laurentiis indica che combinando ribociclib con la terapia endocrina standard, il rischio di recidiva si riduce del 28,5% rispetto all’uso esclusivo della terapia endocrina dopo tre anni di trattamento. I dati emersi dall’analisi dello studio di fase III Natalee, presentato al Congresso 2024 della European Society for Medical Oncology a Barcellona, confermano l’efficacia di questa terapia, evidenziando anche miglioramenti nelle endpoint secondarie, inclusa la sopravvivenza libera da malattia a distanza e una tendenza favorevole alla sopravvivenza globale.
L’importanza del follow-up prolungato è essenziale poiché i risultati continuano a evidenziare benefici clinici significativi anche dopo la conclusione del trattamento. La rilevanza di questa terapia è accentuata dalla sua applicabilità a una vasta popolazione di pazienti a rischio di recidiva, inclusi quelli con malattia linfonodi negativi, un gruppo che spesso ha bisogno di ulteriori opzioni terapeutiche.
L’analisi degli eventi avversi associati all’uso di ribociclib ha mostrato risultati rassicuranti. I dati raccolti non hanno segnalato nuovi problemi di sicurezza rispetto a quelli già noti e documentati in studi precedenti. Tra gli eventi avversi di interesse, la neutropenia ha avuto un’incidenza del 44,4%, mentre altre reazioni avverse significative comprendevano disturbi epatici con un aumento delle transaminasi e un prolungamento dell’intervallo QT . Queste informazioni sono vitali per i medici che devono bilanciare i benefici della terapia con i potenziali rischi.
La ricerca continua a muoversi in direzione positiva e Novartis, rappresentata dalla CCO e Head of Medical Affairs Paola Coco, esprime ottimismo riguardo all’approvazione regolatoria di ribociclib da parte delle autorità sanitarie. I risultati dello studio Natalee non solo confermano l’impegno della compagnia nella ricerca e nell’innovazione scientifica in oncologia, ma anche l’importanza di sviluppare trattamenti che riducano il rischio di recidiva per un gran numero di pazienti affetti da tumore della mammella in stadio iniziale HR+/HER2-. Con sempre più evidenze a supporto di queste terapie, il futuro può riservare nuove e più efficaci opzioni terapeutiche per le donne colpite da questa malattia.