Nuove testimonianze e audio choc sul caso di violenza sessuale a Castellammare di Stabia

Una vicenda inquietante scuote l’ambiente scolastico di Castellammare di Stabia, dove una professoressa di sostegno è stata arrestata con gravi accuse di violenza sessuale e maltrattamenti sui suoi studenti. Recenti rivelazioni, incluse testimonianze di bambini e audio inquietanti, hanno portato alla luce dettagli sconcertanti sulla condotta dell’insegnante. Un servizio di Giulio Golia, trasmesso a Le Iene, ha offerto uno sguardo approfondito sulla situazione, evidenziando come una figura che avrebbe dovuto supportare i giovani possa essere diventata oggetto di timore e sofferenza.

L’insegnante e la sua metodologia educativa

L’insegnante arrestata era stata assunta per offrire supporto a uno studente con bisogno di assistenza particolare; tuttavia, il suo approccio educativo si è rivelato problematico. Mentre alcuni genitori inizialmente erano contenti dei progressi dei loro figli, affermando che i ragazzi avevano migliorato le loro prestazioni scolastiche, la realtà si è evoluta in qualcosa di inquietante. Una madre ha descritto come suo figlio, che ha sempre avuto bisogno di supporto nei momenti critici, sembrava aver trovato conforto nella didattica della professoressa. “Sembrava tutto perfetto, mio figlio ha acquisito sicurezza ed è riuscito a portare a casa ottimi voti. Ho persino lottato per mantenere la sua posizione per il prossimo anno”, ha affermato.

Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente. Altre mamme hanno segnalato mutamenti preoccupanti nel comportamento dei loro figli. Alunni che prima erano socievoli e partecipativi hanno cominciato a mostrarsi introversi e a rifiutare l’interazione con l’insegnante. “Mio figlio sembrava diventato cupo. Mi pregava di non farlo uscire dalla classe con lei”, ha raccontato una madre. I segnali di disagio crescente tra i bambini hanno messo in allerta i genitori, ma inizialmente l’idea di un problema così grave sembrava inverosimile.

Le dichiarazioni di una vittima

Un’intervista rilasciata da un alunno di undici anni ha fatto emergere dettagli choc riguardo alla condotta dell’insegnante. Il ragazzo ha descritto come l’aula riservata, che inizialmente era un luogo di apprendimento e confronto, si fosse trasformata in un contesto inquietante. “Inizialmente parlavamo di cose normali, come i fidanzamenti. Poi, però, ci ha mostrato filmati espliciti e immagini di lei nuda”, ha raccontato. Il ragazzo ha anche rivelato che la professoressa avrebbe tentato di toccarlo in modo inappropriato, creando un clima di paura e imbarazzo tra i piccoli studenti.

Accanto a lui, altri bambini hanno vissuto esperienze di sopraffazione psicologica. Un altro studente ha raccontato di un episodio in cui la professoressa ha abbassato i pantaloni di un compagno e ha toccato le sue parti intime. La madre del ragazzo ha dichiarato allarmata che suo figlio, a quell’età, non aveva neppure la consapevolezza di cosa significasse un atto del genere. “Da noi non si parlava di certe cose; lo proteggevo da contenuti inappropriati nei film e nei media. Immaginate la mia sorpresa nel sapere che lui stava ricevendo ‘lezioni’ in aula”, ha evidenziato.

Messaggi e audio inquietanti

I dettagli più sconcertanti sono emersi grazie a messaggi audio e scritti che l’insegnante ha inviato ai ragazzi. Un messaggio inviato a una bambina recitava: “Quando provvedi ai cai tuoi, cioè quando scendi a prenderti la banana?” Gli audio, riportati con riluttanza dalle madri, rivelano una comunicazione a dir poco scandalosa. Una madre ha descritto un audio che l’ha colpita così profondamente da costringerla a vomitare. “Non sono riuscita a crederci. È inumano”, ha affermato.

In uno degli audio, l’insegnante parlava in modo indecoroso della pubertà dei bambini, confondendo i concetti di normalità e confronti sessuali in un ambiente educativo. I messaggi mettevano in evidenza l’oscenità delle conversazioni che si svolgevano apparentemente con leggerezza. Mentre l’insegnante cercava di giustificare il suo comportamento, arrivando a dichiarare che i bambini avrebbero potuto hackerare il suo profilo, le indagini sono ugualmente proseguite. Le forze dell’ordine hanno già dato credibilità alle affermazioni di genitori e bambini, lasciando presagire uno scenario di eventi inquietanti e inaccettabili all’interno della scuola. La verità deve ancora emergere completamente, ma l’attenzione della comunità resta alta per tutelare i giovani e assicurare giustizia.

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Filippo Grimaldi