Il recente cambio normativo sul Codice della Strada, entrato in vigore il 14 dicembre, ha suscitato le rimostranze di vari personaggi pubblici, tra cui Vasco Rossi. Sulla scia di questo dibattito, Ornella Muti e sua figlia Naike Rivelli si sono rivolte al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, attraverso un comunicato all’Adnkronos, esprimendo preoccupazione per le nuove disposizioni che sembrano non tutelare adeguatamente i pazienti che usano cannabis a scopo medico e psicofarmaci prescritti da medici. Le due donne chiedono chiarezza riguardo a una questione che travalica il semplice ambito normativo, toccando diritti fondamentali legati alla salute e alla privacy.
Le preoccupazioni delle due artiste su privacy e diritti dei pazienti
Ornella Muti e Naike Rivelli non si sono limitate a contestare il nuovo Codice della Strada, ma hanno sollevato interrogativi cruciali sulla gestione dei diritti dei pazienti. Le due attrici si chiedono come debbano comportarsi le persone che utilizzano psicofarmaci o antidolorifici prescritti. La preoccupazione principale è l’idea che in futuro i pazienti debbano esibire una prescrizione medica alle forze dell’ordine per giustificare il loro uso di medicinali. “Devono mostrarci un video di Salvini per convincere le autorità?” commentano sarcasticamente, mettendo in luce l’assurdità della situazione.
A loro avviso, obbligare i pazienti a discutere delle proprie patologie con membri delle forze dell’ordine, che non hanno competenze mediche, rappresenterebbe una grave violazione della privacy. “Non è normale che i pazienti debbano rivelare le proprie malattie ai poliziotti,” affermano con forte preoccupazione. La questione si fa ancor più delicata in un contesto in cui le persone già affrontano difficoltà di salute. Muti e Rivelli esprimono il loro rammarico per una comunicazione scarsa e per il mancato dialogo con il Ministro, che da settimane non risponde alle loro domande.
Il punto di vista su cannabis terapeutica e malattie gravi
Entrando nello specifico, Ornella Muti sottolinea che il Cannabis Medical Center, di cui lei e la figlia sono co-fondatori, si occupa di pazienti affetti da malattie serie come glaucoma, sclerosi multipla e quelli che stanno affrontando trattamenti per il cancro. “Non stiamo parlando dello spinello,” chiarisce Naike, evidenziando come il focus della loro preoccupazione sia orientato ai diritti di chi utilizza cannabis per fini terapeutici. Malati di cancro e pazienti con disturbi cronici si trovano ora di fronte a incertezze legate alla validità delle loro prescrizioni e all’eventualità di rischiare la patente da parte delle forze dell’ordine.
Naike Rivelli mette in particolare evidenza come questo nuovo regime normativo possa generare confusione e ansia tra persone già vulnerabili. “Ora, se mi fermano a un posto di blocco, rischio di dover esibire la mia ricetta medica,” afferma con frustrazione. “In questo modo viene negato non solo il diritto alla privacy, ma anche la protezione stessa del paziente dalle autorità.” In tale contesto, la richiesta di un secondo chiarimento da parte del Ministro diventa ancora più pressante.
La richiesta di risposte dal governo
“Vogliamo sapere da Salvini dove sta scritto che i pazienti con prescrizione medica sono al sicuro dal nuovo Codice della Strada,” dichiara Naike Rivelli, ribadendo la necessità di un’interlocuzione diretta e chiara con le istituzioni. Le due donne non cercano di instillare polemiche, ma piuttosto di chiarire una situazione che le preoccupa e affligge numerosi pazienti in Italia. “Il nostro centralino sta esplodendo,” commentano, segnalando un aumento delle richieste di chiarimenti da parte di chi si trova coinvolto nel servizio di assistenza.
La sfida ora è quella di fare in modo che il Ministro e il governo comprendano la complessità della situazione, affrontando e risolvendo i problemi legati alla salute delle persone. Ornella e Naike Rivelli auspicano dunque che questa volta il Ministro risponda alle loro sollecitazioni con prontezza, riguardo a una questione che tocca la vita quotidiana di molte persone.