L’introduzione da parte del Governo italiano dell’obbligo di stipulare polizze assicurative contro i danni causati da eventi atmosferici avversi segna un cambiamento significativo nella gestione del rischio per le imprese. Con solo il 5% delle aziende italiane coperte da assicurazione, rispetto al 6% degli edifici residenziali, questa misura si propone di affrontare le crescenti vulnerabilità legate ai cambiamenti climatici. Le parole di Angelo Coviello, CEO di IGB Broker, evidenziano l’importanza di questo nuovo requisito e i rischi associati per chi non si adegua in tempo.
La vulnerabilità del panorama imprenditoriale italiano agli eventi climatici estremi, come alluvioni o terremoti, è un rischio che non può più essere ignorato. Angelo Coviello sottolinea che le conseguenze di tali eventi non solo minacciano i beni aziendali, ma possono compromettere gravemente anche la continuità operativa delle aziende. L’introduzione dell’obbligo di assicurazione diventa quindi un elemento cruciale per la salvaguardia delle attività economiche.
La nuova normativa, parte della Legge di Bilancio, stabilisce che in caso di calamità naturali solo le aziende dotate di polizza assicurativa potranno accedere a aiuti e a ristori statali. Coviello lancia un appello agli imprenditori: “È fondamentale prevenire rischi enormi.” La realtà economica odierna implica che non essere assicurati possa significare dover far fronte a spese ingenti per ripristinare danni, con conseguenze devastanti per la gestione finanziaria dell’impresa.
Nel comma 102 della Legge di Bilancio è evidente che le aziende prive di copertura assicurativa si trovano in una posizione di svantaggio. Coviello riporta un esempio concreto: un imprenditore del settore manifatturiero che affronta danni significativi a causa di una tempesta o di un’alluvione, si ritroverà a dover sopportare tutte le spese per riparare danni e riprendere l’attività. Senza polizza, non avrà accesso a fondi pubblici, costringendolo a fare i conti con il costo dei danni da solo.
La probabilità di eventi estremi e la loro potenziale devastazione rendono urgente l’adeguamento a questa normativa. La Legge di Bilancio pone così una chiara distinzione tra aziende pronte a investire in sicurezza e aziende che rischiano di trovarsi in difficoltà in caso di calamità. A tale riguardo, non rispettare il nuovo requisito non solo mette in pericolo l’azienda, ma ha ripercussioni anche sul più ampio panorama economico e sul sistema produttivo italiano.
Con l’entrata in vigore di questa regolamentazione, le compagnie assicurative avranno la responsabilità di offrire soluzioni adeguate e necessarie per la tutela delle aziende. Coviello fa notare che è prevista anche la possibilità per le compagnie di corrispondere un anticipo del 30% sui danni per sinistri legati a eventi catastrofali, un passo che potrebbe sostanzialmente migliorare la situazione per le aziende colpite.
Questa nuova normativa non solo mira a garantire il sostegno immediato in caso di emergenze, bensì intende anche promuovere una cultura della prevenzione. Le polizze dovranno essere proporzionate al rischio, tenendo in considerazione le particolarità del territorio e le vulnerabilità individuate dei beni aziendali. In questo contesto, Sace giocherà un ruolo chiave, potendo riassicurare i rischi attraverso convenzioni mirate.
Coviello conclude evidenziando come integrare una solida gestione del rischio nelle strategie aziendali non rappresenti solo una forma di protezione, ma costituisca un elemento imprescindibile per la stabilità economica globale. Tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, devono essere pronte a fronteggiare l’imprevisto, limitando così l’impatto sullo Stato, che nell’ultimo anno ha dovuto affrontare spese considerevoli per risarcire danni causati da calamità.