Oliviero Toscani, noto fotografo e provocatore culturale, ha portato la sua arte a Napoli, realizzando un progetto che sfida le convenzioni e smuove le coscienze. La sua iniziativa, “Razza Umana”, non si è limitata a catturare immagini, ma ha anche acceso dibattiti su questioni sociali e culturali. Gli incontri del fotografo con i napoletani, avvenuti nel 2011, raccontano una città complessa e stratificata, pronta per un confronto sincero.
Nel corso della sua visita a Napoli, Oliviero Toscani si è immerso completamente nella cultura locale, cercando volti e storie che raccontassero la pluralità degli abitanti. Il fotografo ha avviato il suo progetto nel 2008, toccando più di 80 città italiane nel tentativo di cogliere l’essenza della “razza umana”. A Napoli, ha fotografato persone di ogni età e provenienza, creando un mosaico di identità. Tra i soggetti ritratti c’erano giovani, anziani, artisti e professionisti, tutti uniti dalla volontà di mostrare la propria storia.
La prima immagine è stata dedicata a Tullio Pironti, editore di lungo corso, e durante le sue sessioni fotografiche Toscani ha ripetutamente rimarcato la bellezza e l’originalità di Napoli. Davanti all’obiettivo, il fotografo catturava non solo volti, ma anche atteggiamenti e stili di vita, rimarcando la vivacità intellettuale e culturale della città. Così, mentre il suo obiettivo immortalava la quotidianità, Toscani si soffermava sulla straordinarietà di una Napoli ben lontana dai luoghi comuni.
Oliviero Toscani non ha mai fatto mistero della sua posizione critica verso i pregiudizi che circondano Napoli e i napoletani. Durante le sue sessioni fotografiche, si è permesso commenti provocatori, come la famosa frase: «Lei tanto Lana Turner non è…». Questa battuta, rivolta a una giovane donna che desiderava essere resa bella, riassume la sua filosofia: la bellezza non deve necessariamente coincidere con i canoni tradizionali. La verità e l’autenticità sono i veri valori che Toscani intende catturare con la sua arte.
Il suo approccio mira a mettere in discussione non solo le aspettative riguardo all’aspetto fisico, ma anche ad evidenziare le contraddizioni sociali. Sotto il sole di Napoli, Toscani ha smascherato le illusioni di perfezione e ha celebrato la diversità, scoprendo un tessuto sociale variegato e sorprendente. Il suo progetto culminerà con un’esposizione alla metropolitana, dove il lavoro fotografico di Toscani sarà visibile a tutti, testimoniando la bellezza della quotidianità e della convivenza.
Toscani non si è fermato soltanto alla bellezza e alla diversità: ha approfittato della sua visibilità per affrontare questioni più acute e scomode, come l’illegalità e la difficoltà di vivere in certe realtà sociali. Durante la sua visita, ha evidenziato che Napoli non è solo una città di bellezza e cultura, ma anche di sfide e conflitti. Più tardi, nel 2014, dopo l’uccisione di un pensionato a Portici, le sue parole hanno assunto un tono differente, più incisivo e diretto.
Toscani si è espresso riguardo alla vita in alcune aree della città, denunciando le problematiche legate alla criminalità e all’ineguaglianza sociale. La sua affermazione di non essere “nato a Portici” ha suscitato scalpore, poiché è stata interpretata come un segno di privilegio. Senza indugi, ha argomentato che, nonostante le persone intelligenti e oneste, il contesto sociale e culturale gioca un ruolo cruciale nella vita degli abitanti. Toscani ha tracciato un parallelo tra l’educazione all’onestà e l’influenza di figure del malaffare, facendo riflettere sui compromessi e le contraddizioni che caratterizzano la vita urbana.
Le sue parole hanno avuto un forte eco, ponendo in luce una realtà complessa e spesso trascurata, e richiamando l’attenzione sulla necessità di un cambiamento profondo e autentico nella società.