Il caso di Mario Eutizia, un badante napoletano accusato dell’omicidio di quattro anziani, continua a far discutere. Attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Eutizia si è autoaccusato di aver tolto la vita a diverse persone che assisteva, sostenendo di aver agito “per pietà”. Le autorità stanno approfondendo la questione, mentre emergono ulteriori dettagli sull’inchiesta che coinvolge tre diverse Procure.
Mario Eutizia, 48 anni, è originario di Napoli e attualmente si trova agli arresti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. La sua storia è emersa in modo drammatico lo scorso agosto, quando si è presentato ai carabinieri di Caserta per autoaccusarsi dell’omicidio di quattro anziani che aveva assistito in qualità di badante. Questo gesto ha portato a un’analisi approfondita della sua figura e della sua occupazione nel settore dell’assistenza agli anziani.
Eutizia si descrive come una persona che ha assistito numerosi anziani nel corso degli anni, facendo riferimento a oltre trenta assistiti in totale. Secondo le sue dichiarazioni, l’arco temporale dei presunti omicidi va dal 2017 al 2024. Durante gli interrogatori, ha rivelato di aver cercato lavoro attraverso annunci su giornali, contattando direttamente le famiglie. Le modalità dei decessi sono state considerate inquietanti, con l’imputato che ha dichiarato di aver somministrato dosaggi elevati di farmaci ai suoi assistiti.
Il 23 agosto, a seguito della sua autoaccusa, sono state attivate indagini da parte delle Procure di Salerno, Napoli Nord e Latina. Recentemente, la posizione di Eutizia si è aggravata ulteriormente con la notifica di una nuova ordinanza di carcerazione. Il carabiniere che ha preso la denuncia ha inizialmente avviato una serie di accertamenti, riuscendo a identificare due presunte vittime nella provincia di Latina. Questi sviluppi hanno contribuito a un aumento della tensione attorno al caso.
Il pubblico ministero ha definito Eutizia come un “Angelo della morte”, evidenziando la gravità della situazione. Le sue dichiarazioni al gip sono state esplicative riguardo alla natura della sua azione: ha parlato di una sorta di “debolezza” che lo spingeva ad agire in quei modi, giustificando i suoi comportamenti come atti compiuti per alleviare la sofferenza degli assistiti.
Il caso ha acquisito ulteriori dimensioni con la richiesta dei familiari di Gerardo Chintemi, un anziano di 96 anni che sarebbe l’ultima vittima delle azioni dichiarate da Eutizia. Originario di Vibonati, nel Salernitano, il suo decesso risale a marzo di quest’anno. I familiari hanno chiesto che sia effettuata una riesumazione e nuovi esami della salma per accertare le cause precise della morte.
In aggiunta a Chintemi, si è fatto riferimento anche alla scomparsa di Luigi Di Marzo, un altro anziano di 88 anni, avvenuta a Casoria, Napoli. Eutizia ha menzionato il suo coinvolgimento in questo caso, ampliando l’orizzonte delle indagini. Il legame tra le varie morti e la figura di Eutizia sta rendendo la situazione altamente complessa, richiedendo ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti.
Il caso di Mario Eutizia continua a tenere alta l’attenzione del pubblico e delle forze dell’ordine, mentre l’inchiesta si espande e emergono nuove informazioni riguardanti le sue presunte azioni.