L’evento finale dell’iniziativa “One Health Ambassador” si è svolto presso il Senato, celebrando 102 professionisti della salute che si sono distinti per il loro operato nel promuovere un approccio integrato alla salute, noto come modello One Health. Lanciata da Boehringer Ingelheim in collaborazione con Edra, la campagna mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e i professionisti del settore sull’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale. Con il crescente interesse verso questo approccio a livello internazionale, l’evento si è rivelato il palcoscenico ideale per discutere l’importanza di modelli sanitari olistici in un contesto mondiale.
Il modello One Health sta acquistando sempre più rilevanza nell’affrontare le sfide sanitarie a livello globale. Giovanni Leonardi, a capo del Dipartimento One Health del ministero della Salute, ha sottolineato che “la salute non è più un concetto distinto” per ciascuna delle aree coinvolte: umana, animale e ambientale. Questo approccio olistico è essenziale per affrontare problemi complessi come le zoonosi, le malattie emergenti, e la crescente resistenza agli antibiotici, fenomeno che rappresenta una seria minaccia per la salute globale. La cooperazione tra professionisti di diverse discipline è cruciale per garantire un sistema sanitario sostenibile e resiliente.
Nel corso dell’iniziativa, è emersa la necessità di incrementare la formazione e il dialogo tra i vari attori del sistema sanitario. Eventi come “One Health Ambassador” non solo incentivano la collaborazione tra medici di medicina generale, veterinari e farmacisti, ma pongono anche le basi per un dibattito profondo sulle sfide comuni e le opportunità di lavoro congiunto. La salute globale non può essere garantita senza una sinergia tra i diversi professionisti del settore.
Il comitato scientifico, guidato da Stefano Vella e Antonio Gaudioso, ha esaminato 120 candidature, premiando 102 professionisti che si sono distinti come ambassador del modello One Health. Questi esperti sono stati selezionati sulla base del loro impegno quotidiano nel rendere operativo questo approccio nella loro interazione con i cittadini. La ripartizione dei premiati mostra una predominanza di medici veterinari , seguiti da farmacisti e medici di medicina generale .
Geograficamente, la Lombardia, il Lazio e l’Emilia Romagna hanno dimostrato una partecipazione significativa all’iniziativa, mentre altre regioni, abitate da una maggiore fauna, mostrano una rappresentanza meno attiva. Questa distribuzione evidenzia un aspetto cruciale: le aree più vulnerabili alle zoonosi necessitano di maggiore sensibilizzazione e coinvolgimento da parte delle autorità sanitarie.
L’iniziativa ha messo in evidenza non solo le buone pratiche in atto, ma anche le lacune nella formazione e nelle relazioni tra le diverse professioni sanitarie. È emerso che molti medici di medicina generale riconoscono l’importanza della collaborazione con i veterinari, anche se un numero significativo di loro non ha mai avvertito l’esigenza di consultare un veterinario riguardo a diagnosi di zoonosi. Questa situazione manifesta una necessità di formazione specifica e di opportunità di incontro tra professionisti per facilitare scambi e rapporti costruttivi.
In confronto, veterinari e farmacisti hanno riportato una frequente interazione con altri professionisti della salute, segno di una consapevolezza crescente riguardo all’importanza della collaborazione interdisciplinare. La volontà di un cambiamento positivo emerge da queste osservazioni, sottolineando l’importanza di rafforzare il dialogo per affrontare le sfide sanitarie in modo efficace. Tale desiderio, se non affrontato, potrebbe ostacolare i progressi necessari per un sistema sanitario integrato e proattivo.
Tra le principali tematiche sollevate durante l’incontro vi è stata l’antibiotico-resistenza, un problema centrale a livello globale e all’interno delle discussioni del G7 Salute tenutosi a Bari. I professionisti della salute hanno espresso preoccupazione riguardo all’uso eccessivo di antibiotici, condividendo una comune consapevolezza del rischio, anche se con variazioni nella percezione. I medici di medicina generale hanno evidenziato l’importanza dell’uso consapevole degli antibiotici, ma non tutti sembrano riconoscere l’importanza dell’antibiogramma.
D’altra parte, la maggior parte dei veterinari tiene conto della resistenza agli antibiotici durante le prescrizioni, mentre i farmacisti hanno dimostrato di raccogliere informazioni utili al riguardo durante la dispensazione di antibiotici. Questo fenomeno testimonia una crescente attenzione verso un uso responsabile delle terapie antibiotiche, ma sottolinea anche la necessità di continuare la formazione e la sensibilizzazione all’interno di tutti i settori coinvolti nella salute pubblica.
Il riscontro dell’iniziativa “One Health Ambassador” ha messo in evidenza la necessità di un impegno continuativo per la formazione degli operatori della sanità. A tale riguardo, è fondamentale sviluppare programmi educativi specifici, in particolare per i medici di medicina generale, per coprire le lacune nella conoscenza riguardanti le zoonosi e le pratiche correlate. È stato evidenziato che solo una frazione dei medici di medicina generale ha partecipato a iniziative relative al One Health, rispetto ai medici veterinari, suggerendo un divario significativo nella partecipazione e nell’impegno.
Durante la discussione finale, Vella e Gaudioso hanno rimarcato che “One Health Ambassador” rappresenta un punto di partenza per accrescere la consapevolezza sulla salute integrata, sottolineando l’importanza di coinvolgere professionisti, istituzioni e cittadini in un dialogo costante. La sfida è quella di garantire che tutti gli attori del sistema sanitario comprendano l’importanza di un approccio collaborativo per affrontare le complesse questioni sanitarie del futuro.
L’evento ha costituito un’importante occasione per riflettere su come costruire un sistema sanitario più coeso e resiliente, adeguato per affrontare le sfide della salute globale. Sfruttare le sinergie generate tra le varie figure professionali potrà certamente contribuire a costruire un ambiente sanitario robusto, in grado di garantire una salute migliore per le generazioni future.