Operazione anti abusivismo a Pompei: sequestrate 46 strutture e 63 persone indagate

La Procura di Torre Annunziata ha avviato un’importante operazione contro l’abusivismo commerciale, sequestrando 46 strutture abusive nei pressi del Parco archeologico di Pompei. Il provvedimento coinvolge 63 indagati per occupazione abusiva di suolo pubblico, dimostrando così il continuo impegno delle autorità nel mantenere la legalità e la sicurezza nei luoghi di maggiore interesse turistico.

Lotta all’abusivismo commerciale

Negli ultimi mesi, l’abusivismo commerciale nei pressi del Parco archeologico di Pompei ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, spingendo i Carabinieri della compagnia di Torre Annunziata a intraprendere un’azione decisiva. Le indagini sono iniziate dopo la segnalazione di anomalie nella gestione degli spazi pubblici, dove numerosi chioschi e gazebo sembravano occupare il suolo in modo non conforme. Attraverso una serie di sopralluoghi tecnici, è emerso che molte di queste strutture avevano acquisito caratteristiche di stabilità, diventando permanenti piuttosto che temporanee.

Questo cambiamento nella natura delle strutture è stato determinante nell’accertare la loro illegittimità, poiché, secondo la legge, ogni occupazione di suolo pubblico deve essere accompagnata da appropriati permessi e concessioni. L’assenza di questi documenti ha portato a conseguenze serie, determinando la necessità di un intervento giudiziario.

Indagini e accertamenti delle forze dell’ordine

Le operazioni condotte dai Carabinieri hanno previsto una meticolosa mappatura delle strutture abusive situate all’ingresso del Parco archeologico. Queste indagini hanno rivelato che i chioschi non solo erano privi dei requisiti urbanistici necessari, ma erano stati realizzati in spazi soggetti a vincoli specifici, come la tutela del patrimonio culturale e storico. I Carabinieri, dopo aver identificato i soggetti responsabili delle occupazioni abusive, hanno scoperto che molti di essi non avevano mai ottenuto concessioni o permessi per la gestione degli spazi pubblici, trasgredendo così alla normativa vigente.

Questa situazione ha imposto un incremento della vigilanza da parte delle autorità, che non solo ha portato alla chiusura dei chioschi, ma ha anche aperto diverse strade per la possibile responsabilità legale degli indagati. Ogni proprietà confiscata rappresenta un passo avanti nel ripristino della legalità e protezione del patrimonio culturale di Pompei.

Provvedimento e conseguenze legali

Il sequestro preventivo dei 46 chioschi e gazebo è stato firmato dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata sulla base di richieste formulate dalla Procura sul tema dell’occupazione abusiva. Come evidenziato dal procuratore Nunzio Fragliasso, l’obiettivo era primariamente quello di far cessare immediatamente la condotta illecita e di ripristinare l’integrità del suolo pubblico.

Le operazioni di chiusura hanno comportato l’apposizione di sigilli e cartellonistica di avviso, segnalando in modo ufficiale l’interdizione all’accesso e all’utilizzo delle strutture. Tale intervento non solo rappresenta un deterrente contro ulteriori occupazioni abusive, ma svolge anche un ruolo educativo per gli operatori commerciali e i visitatori, evidenziando chiaramente l’importanza del rispetto delle norme vigenti nella gestione degli spazi pubblici.

L’operazione di Pompei è solo un’altra delle tante iniziative messe in campo per contrastare l’abusivismo, un problema che non solo compromette la legalità, ma mette in pericolo anche la salvaguardia di uno dei siti archeologici più conosciuti al mondo.

Published by
Valerio Bottini