Un’azione congiunta delle autorità ha portato all’arresto di 50 persone legate al clan Angelino-Gallo, attivo nel traffico di stupefacenti al Parco Verde di Caivano, un territorio tristemente noto per la sua gravissima situazione criminosa. L’operazione, realizzata sotto l’egida della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, rappresenta un passo fondamentale per contrastare il potere della camorra e offrire una nuova prospettiva ai residenti.
Negli ultimi anni, il Parco Verde di Caivano è stato descritto come un vero e proprio “supermercato dello spaccio“, diventando un epicentro del traffico di droga in Europa. Questa realtà ha compromesso la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini, con eventi violenti come omicidi, regolamenti di conti e abusi su minori che hanno attirato l’attenzione dei media e delle autorità. Nonostante il degrado e la paura, il governo aveva già avviato misure per affrontare la crisi sociale, culminando con il recente piano di rigenerazione urbana.
La situazione è divenuta insostenibile dopo l’ennesimo episodio di violenza che ha colpito le minorenni; questo ha indotto l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni a implementare strategie per disarticolare il sistema mafioso. Grazie all’operazione che ha visto in gioco 50 arresti, si spera di invertire la rotta e garantire un futuro migliore per la comunità di Caivano.
La vasta operazione di polizia ha avuto come obiettivo la detenzione e l’arresto dei membri del clan Angelino-Gallo, responsabili di oltre 25 piazze di spaccio nel Parco Verde. Grazie al lavoro investigativo condotto dai carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, è stato possibile smantellare un sistema collaudato di traffico di sostanze stupefacenti.
Le forze dell’ordine hanno attribuito al clan introiti mensili di circa 500mila euro, frutto della vendita di droghe come cocaina, eroina e marijuana. Questa indagine ha confermato come il clan si occupasse dell’approvvigionamento e distribuzione della droga, stabilendo precisi modelli di business criminale.
Durante una conferenza stampa, le autorità, compreso il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e il generale Enrico Scandone, hanno ribadito l’importanza di continuare a combattere il fenomeno mafioso in modo sistemico e coordinato.
Nicola Gratteri, capo della Procura di Napoli, ha lanciato un forte appello alla cittadinanza: è fondamentale che i residenti interrompano il consenso alla camorra per costruire una società migliore. Gratteri ha dichiarato che il clan è stato decapitato, ma è essenziale che la popolazione non continui a relazionarsi con la criminalità organizzata. L’idea è chiara: senza il supporto della comunità, la malavita perde il suo potere.
Le parole del procuratore mettono in evidenza un aspetto cruciale: il cambiamento deve partire dalle scelte individuali. Non si deve più avere paura di denunciare i crimini e le ingiustizie. La popolazione ha un ruolo attivo nella lotta contro la malavita, e ogni atteggiamento complice contribuisce a mantenere il sistema mafioso in vita.
La lotta alla camorra non si esaurisce con gli arresti. Il comandante del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, Paolo Leoncini, ha sottolineato che Caivano non può più essere vista come la piazza di spaccio più grande d’Europa, ma richiede un’analisi sistematica e integrata per affrontare le problematiche del territorio.
Le autorità intendono continuare a monitorare e controllare il Parco Verde, pianificando operazioni di lungo termine per garantire una presenza costante e dissuadente. È necessaria una strategia che veda coinvolti tutti gli ambiti, dalla sicurezza alla cultura, affinché il cambiamento sia duraturo e non solo un intervento temporaneo.
Con un impegno collettivo da parte delle istituzioni e dei cittadini, il Parco Verde ha ora l’opportunità di iniziare un percorso verso la legalità e il recupero della sua identità.