La recente operazione condotta dalla Polizia Nazionale spagnola, in sinergia con la Polizia di Stato italiana, ha portato all’arresto di cinque persone di origine napoletana a Marbella. Gli indagati, componenti di una banda specializzata in rapine di orologi di lusso, sono stati tratti in arresto a seguito di una meticolosa indagine avviata dopo un episodio di aggressione avvenuto lo scorso novembre. Le autorità stanno intensificando la collaborazione internazionale per smantellare reti criminali dedite a questo tipo di crimine.
L’operazione “Zucca-Paranza” ha visto la luce grazie al lavoro collaborativo tra diverse autorità di polizia. Tra i protagonisti, la Squadra Mobile della Questura di Napoli e il gruppo di rapine della Polizia provinciale di Malaga. Con l’assistenza dell’Ufficiale di collegamento italiano a Madrid, le forze dell’ordine hanno messo in atto un piano strategico per affrontare il crescente problema delle rapine di orologi di valore, in particolare nel contesto di zone turistiche come Puerto Banús.
Il blitz è scaturito da una rapina avvenuta ai danni di un turista britannico, al quale è stato sottratto un Rolex del valore di 50mila euro. Questo evento ha attivato la rete di collaborazioni, essendo emerse evidenti connessioni tra il gruppo napoletano e alcuni clan di camorra operanti in Spagna. La particolare attenzione delle autorità si è concentrata sull’attività della banda, che avrebbe agito in modo coordinato e con un modus operandi ben stabilito.
L’operazione ha comportato l’analisi delle modalità di avvicinamento alle vittime, la scelta strategica degli obiettivi e l’uso di motociclette per il colpo, dimostrando un alto grado di organizzazione e pianificazione. Questa disamina ha portato all’identificazione e alla cattura dei criminali.
Le indagini condotte dalla Polizia spagnola hanno rivelato il modus operandi distintivo della banda, che coinvolgeva una pianificazione dettagliata e l’uso di veicoli in grado di assicurare un rapido allontanamento dopo ogni colpo. L’incidente del 2 novembre, in particolare, ha fornito alle forze dell’ordine informazioni preziose. I rapinatori hanno pedinato la vittima, individuandola e avvicinandosi con due motociclette prima di attuare l’aggressione.
Può sembrare incredibile, ma la chiarezza degli eventi e la rapidità delle indagini hanno fatto sì che le autorità potessero mettere assieme un quadro chiaro della situazione, permettendo di localizzare i rapinatori a Mijas, località vicina a Marbella, dove avevano creato una sorta di base operativa. Le forze di polizia hanno quindi implementato un piano di arresto in concomitanza con i loro spostamenti, volti a prepararsi per un nuovo colpo nella vicina Marbella.
In seguito alla operazione effettuata il 2 novembre, le autorità spagnole sono riuscite a risalire all’identità dei sospettati e a seguirne le tracce. La cattura del gruppo ha avuto esito positivo, con l’arresto di quattro uomini e una donna di età compresa tra i 18 e i 52 anni. Durante l’operazione, i poliziotti hanno sequestrato diversi beni, tra cui due veicoli – un’automobile e una motocicletta – e 2.710 euro in contante. Sono stati confiscati anche documenti d’identità falsificati, che fanno pensare a una lunga attività di frode e inganno da parte del gruppo.
Attualmente, l’autorità giudiziaria spagnola ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i soggetti arrestati. La loro attività illecita ha evidenziato il forte legame tra i clan di camorra in Italia e le bande operative in Spagna, un tema sempre più attuale e sotto la lente delle autorità competenti. Le indagini proseguiranno con l’obiettivo di identificare ulteriori membri della rete e altre possibili vittime di rapina.