In un contesto di crescente attualità riguardo alla tutela del paesaggio e del patrimonio edilizio, la recente ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Massalubrense nei confronti dell’assessore Domenico Tizzano ha sollevato non poche polemiche. L’immobile in questione, un’abitazione soggetta a una controversa sanatoria del 2017, è stato dichiarato abusivo dopo un sopralluogo della Procura. Questo evento segna un capitolo significativo nella lotta contro l’abusivismo edilizio nella penisola sorrentina, una questione sempre più centrale nel dibattito pubblico.
La questione dell’immobile si inserisce in un quadro normativo complesso inerente la sanatoria edilizia. Nel 1994, il Parlamento italiano approvò una legge che sanciva la possibilità di condono per costruzioni realizzate abusivamente entro il 31 dicembre 1993. Tuttavia, l’abitazione di Tizzano è stata edificata successivamente, contravvenendo quindi alle regole stabilite dalla normativa. La concessione edilizia in sanatoria, rilasciata il 5 ottobre 2017, non può pertanto escludere il rispetto delle tempistiche previste dalla legge. In base al provvedimento emanato il 4 ottobre, l’immobile, costruito sull’area identificata con la particella catastale 757 del foglio 12, non risulta visibile in rilevamenti satellitari effettuati prima del 2013, suggerendo che possa essere stato edificato in un periodo successivo al termine di validità della legge.
Il dirigente del Servizio Lavori Pubblici e Urbanistica, Giuseppe Maresca, ha redatto un documento dettagliato in cui afferma che non esistono evidenze cartografiche dell’immobile prima della data indicata nella pratica di sanatoria. La relazione evidenzia una disparità temporale che ha portato a concludere che l’edificio non poteva avere titolo per essere sanato, sottolineando l’illegittimità sotto il profilo ambientale e urbanistico.
La situazione si è aggravata all’indomani di un sopralluogo effettuato dalla polizia giudiziaria, su delega della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Questo accesso è stato sollecitato a seguito di indagini su cantieri e lavori pubblici nella zona, dove è emersa la presenza dell’immobile non registrato nelle pratiche degli ultimi decenni. Questo ha portato all’apertura di un fascicolo d’indagine, adombrando la posizione di Tizzano e di suo padre, Pasquale Tizzano, anch’esso destinatario del provvedimento di demolizione.
Le indagini si concentrano non solo sull’immobile stesso, ma anche sulle responsabilità legate all’istruttoria delle pratiche di condono, un compito che Domenico Tizzano ha diretto durante il suo incarico come assessore. Al momento, l’amministrazione comunale si trova al centro di una tempesta politica, con l’opinione pubblica che monitora l’evoluzione del caso. Il sindaco Lorenzo Balduccelli, intervistato sull’accaduto, ha espresso cautela, limitandosi a confermare che l’accesso della polizia giudiziaria è avvenuto.
Interpellato riguardo alla questione, Domenico Tizzano ha reso noto tramite un messaggio che intende fare chiarezza sulla sua posizione e quella di suo padre. Il suo impegno a chiarire le circostanze attorno alla concessione e alla costruzione dell’immobile denota una volontà di rispondere alle accuse e di difendere il proprio operato in un’ottica di trasparenza. La vicenda non coinvolge solamente Tizzano personalmente, ma ha anche ripercussioni significative sul clima politico in città, già sorretto da un dibattito acceso attorno alla governance locale e alla gestione del territorio.
Questo evento si inserisce in un panorama più ampio e complesso di gestione urbanistica e tutela del paesaggio, che ha visto negli ultimi anni un incremento delle ispezioni e dei controlli da parte delle autorità locali e regionali. L’auspicio è quello di rivedere e riformare le normative che governano il settore edilizio, affinché possano garantire una maggiore sicurezza e un controllo più efficace sull’intero patrimonio immobiliare, favorendo al contempo uno sviluppo sostenibile e conforme alle leggi vigenti.