L’ospedale Cardarelli di Napoli si è nuovamente distinto per le sue prestazioni nel campo dell’oculistica, offrendo una corsia preferenziale ai pazienti affetti da maculopatia. Questa malattia, che può portare a una grave compromissione della vista e persino alla cecità, è trattabile attraverso cure specifiche. La testimonianza del regista partenopeo Giuseppe Sondelli evidenzia l’importanza di interventi tempestivi e di un sistema sanitario dedicato, capace di rispondere con professionalità e umanità alle esigenze dei malati.
La vicenda di Giuseppe Sondelli, un regista di 74 anni che ha dedicato la sua vita all’arte cinematografica, è emblematica della lotta contro la maculopatia. Circa sette anni fa, mentre si trovava in aula per insegnare, Sondelli ha sperimentato un’improvvisa perdita della vista. “La notte è scesa nella mia vita all’improvviso”, ha dichiarato. La diagnosi iniziale, per lui devastante, ha confermato la maculopatia, una condizione che gli ha generato ansia e preoccupazione, portandolo a considerare di lasciare il suo lavoro di insegnante e regista.
La diagnosi di maculopatia comporta un carico emotivo notevole e Sondelli non è stato un’eccezione. Con il primo impulso di abbandonare la sua carriera, ha deciso di affrontare il problema con coraggio. La sua vecchia vita sembrava svanire, ma la solidarietà dei suoi studenti ha avuto un ruolo cruciale nel fornirgli un supporto emotivo fondamentale. Senza il loro incoraggiamento, la sua ripresa sarebbe stata sicuramente più difficile.
La storia di Sondelli si complica quando, grazie all’incontro casuale con un medico oculista di zona, il dottor Ciaramella, gli è stato consigliato di seguire una cura immediata. La tempestività di queste decisioni ha dimostrato quanto sia fondamentale un accesso rapido e mirato alle cure, specialmente per malattie progressive come la maculopatia. La conoscenza di specializzazioni locali, come quella del dottor Vincenzo De Angelis all’ospedale Cardarelli, si rivela determinante per la sua rinascita.
Il rapido passaggio a una terapia adeguata è essenziale in casi come quello di Sondelli. Le iniezioni che ha ricevuto nel corso del trattamento, inizialmente ogni tre mesi e ora ogni sei o sette, hanno estremamente migliorato la sua qualità della vita. In seguito all’intervento, il regista ha riportato con gratitudine come l’esperienza in sala operatoria fosse diventata meno spaventosa nel tempo.
Sondelli descrive dettagliatamente il processo di cura che lo ha portato a recuperare la vista. Inizialmente intimidito dalla sala operatoria, ha imparato a familiarizzare con le pratiche mediche, comprendendo il valore della professionalità del personale sanitario. “Dopo la puntura, mi vengono iniettate delle gocce negli occhi e per 24 ore devo portare una benda”, ha spiegato. Questa routine, benché fastidiosa, è stata parte integrante del suo percorso verso la riacquisizione di una vita normale.
Il regista ha enfatizzato l’importanza di iniziative come quelle promosse dall’ospedale Cardarelli, che non solo mirano a soddisfare le necessità individuali dei pazienti, ma offrono anche servizi a una vasta platea di persone che lottano per la salute degli occhi. La dedizione e il professionismo dimostrati dalla sanità campana, in particolare dal reparto di oculistica, costituiscono un esempio positivo e ispirante per la comunità.
La sua storia non è solo un racconto di resilienza e speranza, ma anche un invito a rimanere informati sulle malattie oculistiche e sui trattamenti disponibili, mostrando come una diagnosi tempestiva possa realmente cambiare il corso di una vita.