Negli ultimi giorni, la vicenda di Ottavia Piana, la speleologa salvata dopo un’incidente all’interno della grotta Abisso Bueno Fonteno, ha riacceso i riflettori sull’importanza delle esplorazioni sotterranee e sui costi legati ai soccorsi. Sergio Orsini, presidente della Società speleologica italiana, chiarisce l’aspetto essenziale di queste attività, ponendo l’accento sul carattere scientifico delle ricerche condotte in grotta e sul sistema di assicurazione che copre i costi del recupero per gli speleologi.
Il lavoro di speleologia va oltre il semplice esplorare il sottosuolo. Le ricerche svolte da speleologi come Ottavia Piana si concentrano su obiettivi scientifici ben definiti. Nella sua ultima missione, Ottavia era impegnata a recuperare fluorocaptori, strumenti utilizzati per tracciare il percorso dell’acqua nel sottosuolo. Questo materiale aiuta a determinare come e dove l’acqua penetra nel terreno e quali sono i suoi percorsi naturali. Secondo quanto affermato da Orsini, l’importanza di queste indagini nasce anche dalla necessità di monitorare potenziali contaminazioni che potrebbero interessare le sorgenti e gli acquedotti.
Nel bacino del Sebino, le attuali ricerche puntano ad individuare l’origine di una fuoriuscita d’acqua di cui non si conoscono i percorsi. Saperne di più non è solo utile per farsi un’idea sull’ecosistema, ma di fondamentale rilevanza per prevenire inquinamenti. Orsini sottolinea che tali indagini sono parte di un progetto più ampio, che include il monitoraggio della temperatura ambientale e la presenza di microplastiche nelle sorgenti.
Sergio Orsini evidenzia che la preparazione degli speleologi è di alto livello. Gli esperti non improvvisano e affrontano il rischio in modo consapevole. Corsi di soccorso e autosoccorso sono parte integrante della formazione, garantendo che ogni socio sia pronto a fronteggiare differenti situazioni di emergenza. È proprio grazie a questa preparazione che gli incidenti nei luoghi di speleologia sono rari. Le statistiche della delegazione lombarda del Corpo nazionale soccorso speleologico rivelano che, nel 2023, gli interventi di salvataggio in grotta sono stati solo sei; un numero che parla della competenza e della cautela di questi professionisti.
Orsini chiarisce che la sicurezza non è solo una responsabilità individuale, ma un impegno collettivo di preparazione e formazione continua. Gli speleologi operano in team altamente coordinati e si scambiano le informazioni utili per evitare situazioni rischiose.
Un altro aspetto importante evidenziato da Orsini riguarda i costi legati ai salvataggi in grotta. Contrariamente a quanto spesso si pensa, non sono i cittadini a dover coprire queste spese. Gli speleologi, infatti, sono tutti assicurati; l’assicurazione copre i costi di ricerca e soccorso, disincentivando l’idea che queste operazioni possano gravare sul bilancio pubblico.
Il presidente della Società speleologica italiana ribadisce che tutte le attività di soccorso vengono condotte da volontari. È essenziale sottolineare come i dati raccolti durante le missioni siano condivisi con enti pubblici e università. Le informazioni scientifiche fornite possono essere utilizzate per analisi più ampie e approfondimenti sulla salute ambientale.
Questo spirito di collaborazione e dedizione pone in evidenza un altro lato della speleologia: un impegno che va ben oltre le esplorazioni e i salvataggi, ma si estende alla salvaguardia del patrimonio naturale e della salute pubblica.