Padre Alex Zanotelli: “La borghesia napoletana ignora le periferie, servono nuove strategie”

Un tema tragicamente attuale quello del crescente fenomeno della violenza giovanile a Napoli, sempre più spesso legato alla diffusione di armi e al crimine organizzato. Le recenti morti di ragazzi come Emanuele Tufano e Santo Romano, uccisi a colpi di pistola in episodi che evidenziano il deterioramento sociale, sollevano interrogativi serissimi sulle responsabilità delle istituzioni e della borghesia locale. Padre Alex Zanotelli, figura di spicco nel dibattito sociale, esprime appelli accorati ai giovani e chiede un cambio di passo nella risposta delle autorità.

Le tragiche morti giovanili a Napoli

Padre Alex Zanotelli ha officiato i funerali di due giovani vittime della violenza a Napoli: Genny Cesarano, ucciso nel 2015, ed Emanuele Tufano, assassinato a soli 15 anni. Questi tragici eventi non rappresentano semplicemente un’emergenza, ma il sintomo di un malessere sociale profondo. Non molto lontano da queste tragedie, a San Sebastiano al Vesuvio, l’omicidio di Santo Romano, un ragazzo di 19 anni, segna un altro capitolo di una cruenta narrazione urbana.

Questi episodi di violenza giovanile, spesso legati a conflitti tra bande, non possono essere considerati isolati. Rivelano infatti una crescita allarmante di una cultura della violenza e dell’uso delle armi, che invade le strade della metropoli napoletana. Padre Zanotelli, che ha dedicato la propria vita a combattere ai margini della società, chiede interventi concreti a favore dei minori. È cruciale affrontare la diffusione delle armi e dei fenomeni criminali attraverso politiche sociali e programmi di recupero.

La divisione tra Napoli bene e Napoli male

La relazione tra la cosiddetta “Napoli bene” e “Napoli male” si fa sempre più tesa, come sottolinea Padre Zanotelli. Secondo lui, le due realtà non solo si ignorano, ma si disprezzano. Coloro che occupano posizioni di potere, dai ricchi agli intellettuali, mostrano un atteggiamento di totale indifferenza nei confronti delle periferie. La distanza tra queste due Napoli sembra acuirsi, con gli elitari che si allontanano sempre di più dalla realtà delle aree disagiate, come il Rione Sanità, Scampia e Ponticelli.

Questo disprezzo, secondo Zanotelli, rappresenta un pericolo per l’intera città. I residenti delle periferie sono considerati “esseri inferiori”, e tale mancanza di empatia contribuisce all’emarginazione di queste aree. La responsabilità non ricade solo sulle istituzioni, ma anche su chi occupa posizioni di influenza, che dovrebbe invece rendersi conto delle problematiche e delle paure che caratterizzano la vita quotidiana nei quartieri più difficili.

L’atteggiamento delle istituzioni verso le periferie

Padre Zanotelli evidenzia una preoccupante assenza delle istituzioni nel rispondere alle esigenze delle comunità più vulnerabili. Nonostante gli appelli della Rete del Rione Sanità per un incontro con il Sindaco di Napoli, la sensazione è che tali richieste vengano ignorate. Le carenze strutturali dei servizi, dall’assenza di spazi ricreativi come campi da calcio, alla chiusura dell’ospedale San Gennaro, rappresentano un quadro desolante che alimenta il senso di impotenza tra i giovani.

L’inefficacia delle politiche locali nel rispondere a tali necessità porta a un semplice effetto domino. Le condizioni di vita precarie e la mancanza di opportunità alimentano la spirale di violenza e criminalità. È quindi essenziale che le istituzioni non solo riconoscano i problemi, ma agiscano concretamente per migliorare la vita delle persone che vivono in queste aree, investendo in politiche sociali inclusive.

Un appello ai giovani: cambiamento e determinazione

Con un messaggio chiaro e incisivo, Padre Zanotelli si rivolge ai giovani di Napoli, esortandoli a riflettere e a impegnarsi per il cambiamento. La responsabilità, secondo lui, non può essere esclusivamente attribuita agli adulti o alle istituzioni, ma deve essere condivisa. I giovani sono chiamati a essere protagonisti attivi, a trovare soluzioni innovative e a creare movimenti di base che possano scuotere la città.

Il percorso non sarà facile, ma la sfida è cruciale. Studiare, unirsi e creare comunità solidali sono strumenti che i ragazzi possono utilizzare per contrastare la violenza e costruire un futuro migliore. La forza e la determinazione di queste nuove generazioni possono rappresentare la chiave per affrontare e risolvere i problemi che affliggono Napoli, trasformandola in un luogo in cui tutti possano vivere in sicurezza e dignità.

Published by
Valerio Bottini