Pamela Malvina Noutcho Sawa, una giovane donna di origini camerunensi, ha fatto il suo ingresso nel mondo della boxe professionista e sta per affrontare una sfida cruciale per il titolo europeo. Da quando ha lasciato il Camerun all’età di otto anni, il suo percorso in Italia non è stato privo di difficoltà. Oggi, a 32 anni, combina la professione di infermiera al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore con quella di pugile. Un’opportunità di realizzare un sogno, che il 25 ottobre la porterà sul ring del Paladozza di Bologna.
Pamela Malvina Noutcho Sawa è giunta in Italia da giovanissima, con tutte le sfide che questo comporta. L’inserimento in un nuovo contesto culturale è spesso difficile, e per Pamela è stato un vero e proprio impatto. Memore delle vivaci tinte del suo paese d’origine, ha dovuto abituarsi al grigio delle città italiane. Inizialmente, il trasloco ha comportato una serie di difficoltà, tra cui l’integrazione sociale e il riconoscimento legale. Nonostante queste sfide, il desiderio di progredire l’ha spinta a non arrendersi, e dopo anni ha finalmente ottenuto la cittadinanza italiana nel 2022.
La transizione da un ambiente familiare e vibrante a uno radicalmente diverso ha rappresentato un momento formativo. Pamela ha dovuto affrontare pregiudizi e differenze culturali, e, con il passare degli anni, ha imparato a fondere le sue radici africane con il nuovo mondo in cui vive. Questa dualità ha influenzato anche la sua carriera nel pugilato, sport che non aveva mai considerato prima di scoprire una palestra nel centro di accoglienza dove stava facendo tirocinio. Il pugilato è diventato per lei un’espressione di libertà e determinazione, offrendole un modo nuovo per affrontare le sfide quotidiane.
Il pugilato è entrato nella vita di Pamela come una rivelazione. Inizialmente scettica riguardo alla violenza associata a questo sport, ha poi scoperto una passione che l’ha motivata a dedicarvisi completamente. La sua carriera è decollata quando ha iniziato a competere, ottenendo risultati impressionanti sin dal suo esordio. A poco più di un anno dalla sua entry nei circuiti professionali, Pamela ha già conquistato il titolo Silver in aprile, rendendola combattente imbattuta nei suoi sette incontri.
Per prepararsi alla sfida per il titolo europeo, ha dedicato mesi di allenamento intenso, affinando le sue abilità fisiche e strategiche. La prossima sfida la vedrà opposta alla serba Nina Pavlovic, una competizione che cambia le carte in tavola rispetto alla pugile spagnola che doveva affrontare inizialmente. Pamela ha dichiarato il suo impegno nell’analizzare il profilo dell’avversaria e nel migliorare la propria resistenza e agilità.
Durante le sue giornate, Pamela alterna il lavoro in ospedale, caratterizzato da intenso stress e cambiamenti repentini, all’allenamento in palestra. Entrambi i ruoli le richiedono una calma e una concentrazione costanti, rendendo la sua esperienza in corsia un complemento prezioso alla sua carriera sportiva. Il suo sogno è di continuare a crescere come atleta e professionista, mirando a una specializzazione nel Triage, un’area della medicina che rappresenta una nuova sfida per la sua carriera.
Pamela non ha affrontato queste sfide da sola. Il sostegno della comunità bolognese è stato fondamentale nel suo percorso sia come pugile che come infermiera. La città ha dimostrato di credere in lei, fornendole le risorse necessarie per esprimere il suo talento. Il Comune ha messo a disposizione le strutture per l’allenamento e numerosi sponsor hanno supportato la sua carriera, dimostrando un forte senso di appartenenza verso chi riesce a superare ostacoli e pregiudizi.
Nel suo cammino verso il successo, Pamela guarda anche ai grandi nomi della boxe. La sua ispirazione è Claressa Shields, pugile statunitense che ha raggiunto vette straordinarie, diventando un’icona non solo nel pugilato femminile ma anche per il movimento sportivo in generale. Pamela desidera emulare questi risultati e continua a lavorare duramente su ogni aspetto della sua preparazione, sia mentale che fisica.
Il suo percorso, pertanto, è più di una semplice carriera sportiva. Rappresenta un impegno per la diversità e un esempio per molti che affrontano la vita con determinazione. In un contesto sportivo spesso segnato da pressioni esterne e aspettative, Pamela Malvina Noutcho Sawa è un simbolo di resilienza, una giovane atleta che incarna l’essenza di sognare in grande, affrontando ogni sfida come un’opportunità di crescita. Ora, con il titolo europeo a portata di mano, la sua storia continua a evolversi.