La professione di preparatore atletico nel calcio moderno è diventata sempre più complessa, in particolare per chi lavora a livelli elevati come Paolo Rongoni. Durante un’intervista a Radio Goal, trasmessa su Kiss Kiss Napoli, Rongoni ha condiviso la sua esperienza e le sfide che affronta quotidianamente, commentando sia le dinamiche di squadra sia gli aspetti logistici che influenzano il rendimento degli atleti.
Nel contesto del calcio contemporaneo, la gestione dei carichi di lavoro riveste un ruolo cruciale. Paolo Rongoni ha sottolineato che, a causa dell’intenso calendario di competizioni, i preparatori atletici devono adattare le strategie di allenamento. L’atleta non ha pause significative, tra partite nazionali e competizioni europee, e ogni match deve essere visto come un’opportunità di carico allenante significativo. Secondo Rongoni, “La partita diventa il carico più importante”, che richiede un’attenta pianificazione per evitare eccessi di carico e prevenire infortuni.
Un aspetto innovativo del suo approccio è l’implementazione di microcarichi, che permette ai giocatori di affinare la preparazione senza sovraccaricarli. Rongoni evidenzia che il tradizionale defaticamento non è sempre la soluzione ideale. Crede fermamente che, se un problema di affaticamento non viene risolto tempestivamente, potrebbe ripresentarsi in altre fasi della stagione. Questa metodologia necessaria si sposa con la cultura calcistica attuale, desiderando risultati immediati che possono avere conseguenze a lungo termine sulla carriera degli atleti.
Un argomento di grande rilevanza sollevato da Rongoni è legato al fenomeno del trasferimento dei giocatori per le competizioni nazionali. Il preparatore atletico evidenzia che il viaggio incide significativamente sul recupero. La mancanza di sonno e le difficoltà legate al cambio di fusi orari possono compromettere le performance. I calciatori affrontano sforzi notevoli e il recupero diventa una questione delicata, dove un sonno insufficiente potrebbe influenzare negativamente la loro prestazione.
Rongoni ha inoltre suggerito che il calcio moderno richiederebbe pause più lunghe durante i mesi freddi, simile al modello adottato in Germania. Questa modifica al calendario potrebbe consentire agli atleti di recuperare adeguatamente, evitando il sovraccarico e riducendo il rischio di infortuni. Con un aumento delle competizioni e un calendario così fitto, appare evidente che una ristrutturazione delle tempistiche potrebbe portare a risultati migliori sul campo.
La carriera di Rongoni a Napoli e la sua interazione con la città hanno avuto un forte impatto sulla sua vita professionale e personale. Ha dichiarato di aver scoperto Napoli in un modo che andava oltre la vista del semplice turista, apprezzando la cultura e l’ambiente che lo circondava. Questo legame con la città è innegabile e ha influenzato anche la sua visione del calcio e del lavoro. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo, Rongoni ha dovuto fare i conti con le sfide della squadra e della preparazione fisica.
Un capitolo delicato della carriera di Rongoni è quello relativo agli infortuni che hanno colpito la squadra durante il suo periodo. Ha ribadito che le sue considerazioni su questa questione devono rimanere riservate, essendo frutto di un accordo con il club. La sincerità di Rongoni nel riconoscere le difficoltà del suo ruolo mette in luce una realtà spesso ignorata: molti fattori influenzano la salute e il rendimento degli atleti. La sua esternazione porta a riflessioni su come sia inadeguato attribuire la responsabilità esclusivamente ai giocatori per eventuali problemi di infortuni e prestazioni.
La carriera di Paolo Rongoni continua ad evolversi, mantenendo sempre un approccio attento e professionale, consapevole delle complessità che caratterizzano il panorama calcistico attuale.