Nel corso di un’interessante intervista con Massimo Gramellini su La7, il noto regista Paolo Sorrentino ha affrontato il tema di una controversa frase del suo ultimo film, Parthenope, che ha suscitato vivaci dibattiti riguardo alla rappresentazione dei napoletani. I commenti del regista hanno gettato luce non solo sulla sua visione artistica, ma anche sulla complessità culturale di Napoli, creando un’occasione di riflessione su identità e contraddizioni.
Il contesto della frase controversa
Nel film Parthenope, il personaggio Greta Cool, interpretato da Luisa Ranieri, esprime una delle frasi più forti e polemiche: «Il problema siete voi napoletani. Siete depressi e non lo sapete. Siete poveri, vigliacchi, piagnucoloni, arretrati, e sempre pronti a dare la colpa a qualcun altro». Questa invettiva ha generato reazioni contrastanti, sollevando interrogativi su quale sia realmente l’intento di Sorrentino. Il regista ha sottolineato che le sue parole non devono essere interpretate come un attacco diretto alla città o ai suoi abitanti, bensì come uno strumento narrativo per esplorare le complessità e i paradossi della cultura napoletana.
Sorrentino ha chiarito che l’obiettivo del film non è quello di cadere in stereotipi o generalizzazioni, ma di aprire un dibattito sui vari aspetti della vita a Napoli, ispirandosi anche a scrittori e intellettuali che hanno saputo descrivere la città con occhio critico. Tra questi, ha citato il celebre autore Lamberto Arbasino, la cui invettiva ha ispirato in parte le parole della sua protagonista. È chiaro quindi che il film non rappresenta solamente una visione negativa, ma una riflessione più profonda sulla condizione esistenziale di una Metropoli storicamente ricca e artistica, ma anche segnata da sfide notevoli.
Le contraddizioni di Napoli attraverso il cinema
Sorrentino ha invitato a considerare Napoli come una realtà dalle molteplici facce, dove tradizione e modernità coesistono in una danza perenne di contrasti. Parthenope non si limita a mettere in luce le problematiche sociali ed economiche, ma offre anche uno spaccato di speranza e resilienza, elementi che contraddistinguono la popolazione napoletana. L’artista ha fatto notare come, nonostante le criticità , ci sia un’incredibile vitalità e creatività che permea ogni angolo della città .
Il regista ha sottolineato che ogni racconto cinematografico deve avere il coraggio di affrontare i lati oscuri e meno piacevoli di un soggetto, e Napoli non fa eccezione. Attraverso il suo film, Sorrentino vuole smuovere le coscienze e spingere alla riflessione, proponendo uno sguardo non solo critico, ma anche affettuoso nei confronti della sua terra d’origine. La narrazione diventa così un mezzo per connettere storie e esperienze diverse, invitando ogni spettatore a confrontarsi con le proprie idee preconcette.
Il messaggio dello spettatore e la dialettica culturale
Oltre alla provocazione, Sorrentino incita il pubblico a elaborare una risposta più articolata e profonda rispetto alle sue affermazioni. È proprio questa dialettica tra regista e spettatore che alimenta il dibattito sugli aspetti identitari legati a Napoli. L’invettiva di Greta Cool non è solo un momento di shock, ma serve a stimolare una discussione su come i napoletani vedano se stessi e come sono percepiti dall’esterno.
Durante l’intervista, il regista ha auspicato che gli spettatori possano andare oltre la superficie per comprendere le sfumature del messaggio. La polarizzazione delle opinioni è un elemento fondamentale in questo processo: da una parte vi sono coloro che possono sentirsi offesi o risentiti, dall’altra ci sono quelli che possono vedere in queste parole una spinta a un’autoanalisi critica. Attraverso il cinema, analisi culturale e dialettica si mescolano, dando vita a opere che non solo raccontano storie, ma ci spingono a interrogarci sulle nostre identità e a riflettere sulle narrazioni che plasmano il nostro mondo.