Paolo Stringara analizza Torino-Napoli: il destino di Vanoli e il peso delle assenze

L’intervista rilasciata da Paolo Stringara, ex allenatore di club prestigiosi come Torino, USA e Corea del Sud, offre importanti spunti di riflessione sul campionato di Serie A, sul confronto tra Torino e Napoli, e su vari temi legati alle strategie di gioco e alle aspettative delle squadre. In particolare, Stringara si sofferma sulla pressione che la squadra di Vanoli si trova ad affrontare, sull’importanza di giocatori chiave come Duvan Zapata e Lukaku, e sulle sfide che le squadre devono superare per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Torino-Napoli: uno scontro cruciale per entrambe le squadre

Paolo Stringara avverte che la partita tra Torino e Napoli rappresenta un momento decisivo non solo per il Napoli ma anche per il Torino stesso. Entrambe le squadre, infatti, si trovano in una fase in cui ogni punto può rivelarsi fondamentale per il prosieguo del campionato. Secondo l’allenatore, il Torino scenderà in campo con un atteggiamento cauto, cercando di non subire il gioco avversario. “Il Torino giocherà chiuso”, afferma Stringara, evidenziando la difficoltà per il Napoli di avere la meglio su una squadra così altalenante, ma strategicamente compatta.

Stringara sottolinea che, nonostante il Napoli abbia a disposizione una rosa di talenti, la riuscita della partita dipenderà dalla capacità dei giocatori di esprimere il loro potenziale. “Se il Napoli non dovesse riuscire a sbloccarla, e i suoi top non saranno in giornata, non sarà una partita facile”, avverte Stringara. Inoltre, il contesto del campionato, con scontri diretti come quello tra Fiorentina e Inter, rende questo match ancor più cruciale, poiché potrebbe influenzare le aspirazioni di entrambe le squadre per un posto nell’Europa che conta.

La storia recente del Torino sotto la presidenza Cairo

Stringara ripercorre la sua esperienza con il Torino al momento dell’arrivo del presidente Urbano Cairo, descrivendo come la situazione sia complessa e ricca di aspettative. All’epoca, il club aveva grandi progetti di crescita, compresi sogni di competere in Champions League. Tuttavia, nel corso degli anni, tali ambizioni si sono scontrate con difficoltà pratiche. Secondo Stringara, nonostante la solidità della società, il Torino non è riuscito a raggiungere traguardi significativi.

“Non hanno mai centrato qualcosa di importante”, sottolinea l’ex allenatore, riconoscendo che le promesse fatte hanno pesato sul presidente e sulla società. Questo è un problema comune nel calcio italiano, dove le aspettative vengono spesso alimentate dalla storia e dalla tradizione delle piazze, ma poco si traduce in risultati concreti. Stringara invita a riflettere sulla necessità di un lavoro più incisivo per costruire un progetto vincente, capace di durare nel tempo.

L’influenza delle assenze: il caso di Duvan Zapata

L’assenza di giocatori chiave come Duvan Zapata ha un impatto significativo sulle dinamiche di una squadra, soprattutto per un club come il Torino. Stringara fa un parallelo chiaro, dicendo che “togliere il terminale offensivo è come togliere Lukaku al Napoli. La mancanza di un giocatore di riferimento in attacco può compromettere notevolmente il rendimento di una squadra, nonostante ci siano alternative in rosa. Tuttavia, un sostituto non può mai sostituire completamente la presenza di un titolare in forma.

Un’osservazione di Stringara su questa questione mette in risalto la difficoltà delle squadre di affrontare l’assenza di calciatori determinanti. Anche se il Torino può contare su risorse alternative, la questione si fa complessa quando si parla di mantenere intatta l’efficacia offensiva. L’esperienza di allenatori come Conte, che può contare su giocatori di grande valore, come Simeone, rende il confronto ancora più evidente.

Il ruolo di Lukaku: un elemento chiave per il Napoli

Lukaku, nonostante non sia al massimo della forma, rimane un giocatore indispensabile per il Napoli. Stringara afferma che la sua fisicità e la sua presenza in campo possono condizionare non solo il modo di giocare per la squadra avversaria, ma anche la preparazione mentale degli avversari. “Lukaku è una bestia che ti fa pensare ‘mamma mia, oggi dovrò marcarlo per novanta minuti'”, dice Stringara, sottolineando l’effetto intimidatorio che ha sui difensori.

La difficoltà di affrontare un calciatore con tali caratteristiche si riflette sulle scelte tattiche degli allenatori e sui modelli di gioco, rendendo ciascun incontro una sfida ulteriormente complessa. Nel contesto del Napoli, Stringara evidenzia come la presenza di Lukaku non sia solo una questione di abilità individuale, ma anche di strategia di squadra, portando a riflessioni su come le grandi formazioni debbano approcciare i match con la giusta mentalità per sfruttare al meglio le potenzialità di giocatori come lui.

La mentalità vincente: allegria e motivazione nelle grandi squadre

Stringara riflette sull’importanza della motivazione e della mentalità nella corsa verso il titolo, osservando come le grandi squadre, incluso il Napoli, debbano essere in grado di mantenere sempre alti i propri livelli di performance, anche quando ciò richiede di competere in partite considerate meno significative. “Le grandi squadre devono essere in grado di trovare le giuste motivazioni anche nelle partite meno competitive”, afferma l’allenatore, evidenziando che ciò può fare la differenza nelle ultime fasi della stagione.

Prendendo esempio dalla Juventus, che ha operato con efficienza in vari prestigiosi tornei, Stringara mette in risalto come il “braccino corto” in campionato possa rappresentare una strategia vincente, ma anche una trappola per le formazioni più ambiziose. La rivalità con squadre outsider come Atalanta, Fiorentina e Lazio mostra come la dinamica del campionato sia complessa e piena di insidie, rendendo ogni gara un’opportunità da sfruttare e, al contempo, un rischio da gestire. In questo contesto, la ricerca della motivazione si dimostra cruciale per evitare sorprese e sviluppare una solida cultura di vittoria.

Published by
Filippo Grimaldi