Nell’attuale panorama calcistico, le affermazioni di Paolo Ziliani, pubblicate sul suo profilo X, gettano luce su una problematica che affligge profondamente la Serie A. L’autore sottolinea come non sia la pirateria a minacciare il calcio, bensì l’incapacità gestionale dei dirigenti, che non riescono a valorizzare i diritti televisivi del campionato italiano a livello globale. L’articolo mostra la situazione allarmante della trasmissione delle partite in vari paesi, evidenziando domande cruciali e offerte contrattuali poco competitive rispetto ad altri campionati.
La situazione della Serie A sui mercati internazionali
Assenza in mercati significativi
Uno dei punti salienti sollevati da Ziliani è l’assenza della Serie A in importanti mercati come l’India e l’Australia. Con oltre un miliardo e mezzo di abitanti, l’India rappresenta un’opportunità straordinaria per la diffusione del calcio italiano, ma la Lega appare completamente assente, lasciando una vasta fetta di spettatori potenziali senza accesso alle partite. In Australia, la comunità italiana è numerosa, circa un milione di persone, eppure, anche lì, le partite non saranno visibili per mancanza di accordi da parte della Lega.
Limitata visibilità comparativa
In Europa, la situazione non è migliore. Ziliani evidenzia come partite di campionati maggiormente valorizzati, come la Premier League inglese, vengano trasmesse da ben 64 televisioni in tutto il mondo. Al contrario, Parma-Fiorentina, discutibile in termini di rilevanza, è coperta solo da 23 emittenti. Si pone la domanda su come un club come l’Inter, considerato tra i top club italiani, riceva meno visibilità a livello globale rispetto al Liverpool, il cui match recenti ha trovato spazio su 70 televisioni.
La disparità nei diritti TV
Contratti sbagliati e svalutazione
Un altro aspetto critico sollevato è il valore dei diritti televisivi. Attualmente, la CBS riserva solo 55 milioni di euro per i diritti della Serie A, un valore nettamente inferiore ai 175 milioni riservati alla Liga spagnola. Queste cifre pongono in discussione l’efficacia delle negoziazioni condotte dai dirigenti italiani e la loro capacità di attrarre investimenti e possibili accordi commerciali.
Confronti e carenze in trasmissione
Ziliani sottolinea anche l’assenza di trasmissioni della Serie A in Francia, mentre in Germania gli abbonati a DAZN ottengono accesso a un pacchetto combinato che include campionato tedesco, Champions League, Liga e Serie A a un prezzo molto competitivo. La questione si complica ulteriormente in Inghilterra, dove quest’anno saranno visibili solo due partite, rispetto a una copertura completa dell’anno precedente. La progressiva scomparsa dal palinsesto medio britannico non fa altro che evidenziare le carenze della Lega nell’attrarre pubblico e sponsor.
Le domande cruciali sulla gestione del calcio italiano
Riflessioni sulla capacità gestionale
Ziliani propone una serie di domande provocatorie ai dirigenti del calcio italiano, mettendo in discussione la loro competenza e visione strategica. Ad esempio, perché in Irlanda, con una vibrante comunità italiana, non ci sono trasmissioni della Serie A? La situazione risulta paradossale, considerando il grande seguito che potenzialmente potrebbe generarsi in questi paesi.
La crisi del calcio italiano
L’autore lascia aperta la questione su un’ipotesi inquietante: non sia l’incapacità di vendere i diritti televisivi a generare la crisi del calcio italiano, ma più profondamente, la scarsa qualità dell’offerta calcistica che ha portato a una visione distorta del calcio da parte degli spettatori, percepito come un prodotto di basso livello, lontano dall’ideale sportivo. La riflessione sul confronto con la Premier inglese e la Liga spagnola rende ancor più evidente la necessità di un cambiamento radicale nella gestione della Serie A.
Ziliani, con il suo intervento, pone in luce problematiche urgenti e invita a un’analisi profonda della situazione, sollecitando risposte da parte di chi detiene le chiavi del calcio italiano. Produzione e visibilità andrebbero ripensate in un’ottica di recupero di un’identità e di un gusto per il calcio che siano tangibili e attraenti per gli spettatori, australiani, indiani e non solo.