Un incidente clamoroso ha scosso il mondo del calcio e della tecnologia. Ieri sera, il servizio di archiviazione online Google Drive è stato inaccessibile per un errore del sistema anti-pirateria Piracy Shield. Il malfunzionamento, avvenuto tra le 19:00 e le 23:00, è stato causato da un blocco errato attuato dai sistemi dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni , progettati per combattere la pirateria del calcio in streaming. Questa situazione ha sollevato domande sulla gestione e l’efficacia delle misure contro la violazione dei diritti d’autore.
Dazn, titolare dei diritti di trasmissione delle partite di calcio, gioca un ruolo fondamentale nel sistema di monitoraggio della pirateria. È autorizzata a segnalare indirizzi di emittenti pirata che operano online, contribuendo a garantire che i diritti di trasmissione vengano rispettati. Queste segnalazioni vengono poi indirizzate ad AgCom, che, in collaborazione con fornitori di servizi internet come Telecom, Fastweb e WindTre, deve attuare le misure di oscuramento. Purtroppo, questo processo, pensato per essere rapido , può anche portare a conseguenze problematiche, come dimostra questo errore legato a Google Drive.
La situazione mette in luce non solo la fragilità dei sistemi di monitoraggio, ma anche le difficoltà nella cooperazione tra operatori di streaming e fornitori di servizi internet. Le segnalazioni inviate da Dazn e altre entità possono, in effetti, causare malintesi, soprattutto quando coinvolgono piattaforme così diffuse come Google Drive, utilizzato quotidianamente da milioni di utenti per l’archiviazione di file.
In questo contesto, si ipotizza che l’interruzione dei servizi di Google sia riconducibile a un “grossolano errore umano”. Non è del tutto chiaro se si tratti di un malinteso durante la segnalazione da parte dei titolari dei diritti o di un errore nei protocolli di filtraggio da parte di AgCom. È possibile che siti di streaming siano stati erroneamente collocati in una cartella di Google Drive, generando la confusione e il blocco involontario della piattaforma.
L’errore ha sollevato perplessità e preoccupazioni sia da parte degli utenti di Google Drive che da quanti, colpiti da questa misura, avevano necessità di accedere ai loro documenti durante il blackout. I danni collegati a questo errore potrebbero non limitarsi a inconvenienti tecnici, ma anche a risvolti legali, poiché il responsabile potrebbe dover affrontare possibili azioni legali sia per danni civili che penali.
Il commissario AgCom Massimiliano Capitanio ha commentato la situazione rinnovando l’appello a Google per una maggiore responsabilità nella rimozione delle app pirata. Secondo Capitanio, molte di queste applicazioni continuano a resistere sul Play Store, rendendo difficile una vera battaglia contro la pirateria. La richiesta del commissario è chiara: Google dovrebbe non solo rimuovere queste applicazioni illecite ma anche intervenire su dispositivi già infettati, disinstallando le app pirata dai telefoni degli utenti.
Questa dinamica fa emergere l’importanza della cooperazione tra gli enti che si occupano di diritti d’autore e le aziende tecnologiche. La lotta contro la pirateria richiede sforzi congiunti e una strategia unificata che faciliti l’adozione di misure più efficaci per tutelare i diritti delle emittenti legali e garantire che gli utenti possano accedere ai servizi senza interruzioni ingiustificate.