Un evento significativo sta animando la Diocesi di Acerra in questi giorni, dove religiosi e laici si ritrovano per un convegno dal titolo “Pellegrini di speranza. Verso il Giubileo”. Questo incontro, che rappresenta una preparazione spirituale in vista del Giubileo del 2025, si propone di riaffermare il ruolo fondamentale della speranza nella vita dei credenti e della comunità.
Il messaggio del cardinale Matteo Maria Zuppi
Una fede che alimenta la speranza
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, ha aperto le sessioni del convegno con un discorso potente e ispiratore. La sua frase emblematicamente riassume il messaggio del convegno: “La speranza tiene accesa la fede, che a sua volta tiene accesa la speranza”. Zuppi ha sottolineato come la fede possa fungere da catalizzatore per la speranza, creando un circolo virtuoso che incoraggia i partecipanti a mantenere viva la loro spiritualità nonostante le difficoltà quotidiane.
Il cardinale ha esortato i presenti a guardare oltre le avversità, invitandoli a “alzare lo sguardo” verso un futuro migliore. Questa visione è stata accolta con entusiasmo dai presenti, molti dei quali hanno colto l’occasione per riflettere sul significato più profondo della speranza. In un mondo che spesso sembra segnato dalla desolazione, la fede può illuminare il cammino, portando a scoprire la presenza di opportunità e frutti anche nei momenti di crisi.
La Chiesa come comunità aperta
Monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, ha condiviso la visione di Zuppi, mettendo in evidenza l’importanza di una Chiesa inclusiva e attenta ai bisogni dei più vulnerabili. Di Donna ha descritto la Chiesa come un ente che si deve attivare per risultare “vicina alla gente”, un concetto che riflette un’attenzione particolare alle dinamiche sociali del nostro tempo. La sua apertura all’accoglienza dei poveri è un richiamo a vivere una fede attiva che si traduce in azione.
Il vescovo ha ribadito che la speranza non è solo un’idea astratta, ma deve concretizzarsi attraverso i gesti e le parole di tutti i giorni, favorendo un dialogo autentico tra i membri della comunità. In tal senso, il convegno si propone di essere un punto di partenza per iniziative future che possano avvicinare ulteriormente la Chiesa ai cittadini e alle loro reali necessità.
Gli eventi del convegno
Un programma ricco di riflessioni
La 43° edizione di questo tradizionale appuntamento ecclesiale proseguirà con un programma fitto di eventi e discussioni. In particolare, sabato 14 settembre, presso l’auditorium diocesano intitolato a monsignor Riboldi, si svolgerà un dialogo tra Di Donna e i delegati sul tema “La Speranza che si incarna”. Questo incontro si preannuncia come un’occasione imperdibile per approfondire ulteriormente il legame tra fede e speranza, con interventi volti a esplorare il modo in cui la speranza può trasformare la vita quotidiana e le relazioni.
Durante il convegno, i partecipanti saranno invitati a riflettere su come ognuno possa contribuire alla creazione di un ambiente di speranza e positività, non solo all’interno del contesto religioso ma anche nella società in generale. L’idea centrale è che, anche in tempi di difficoltà, mantenere viva la speranza è fondamentale per spingere tutti verso un futuro migliore.
Il messaggio centrale del convegno
Il messaggio principale che emerge da queste tre giornate di preghiera e riflessione è che la speranza deve andare oltre il semplice ottimismo. Secondo Zuppi, “Sperare non vuol dire chiudere gli occhi e sognare, ma aprirli e vedere”. Tale affermazione invita tutti a guardare con attenzione alle sfide del presente, cercando in esse ciò che non è ancora presente ma potrebbe realizzarsi grazie alla fede e all’impegno collettivo.
Il convegno, quindi, si presenta come un’importante occasione di crescita per la comunità di Acerra, unendo spiritualità e azione comunitaria in un percorso che prelude al Giubileo. Tra incontri, discussioni e momenti di preghiera, i partecipanti sono chiamati a diventare veri e propri “pellegrini di speranza”, pronti a testimoniare e diffondere questo messaggio in ogni ambito della loro vita.