A seguito di una preoccupante escalation di comportamenti rischiosi tra i giovani nella zona di Piazza Dante, il comune ha deciso di implementare una presenza militare continua nell’ambito dell’operazione «Strade Sicure». Questa misura, che prevede un presidio h24, nasce per affrontare le segnalazioni di scorribande di ciclomotoristi, che mettono in pericolo i pedoni, creando un forte senso di insicurezza tra i cittadini. Negli ultimi tempi, la situazione è peggiorata, con comportamenti sempre più audaci da parte di alcuni ragazzi, i quali simulano investimenti, causando timori tra i passanti.
L’amministrazione comunale, preoccupata per il deterioramento della sicurezza, ha fatto appello al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Durante l’incontro, il prefetto Michele di Bari e il questore Maurizio Agricola hanno accolto la richiesta di implementare un’azione coordinata. Il presidio militare si propone di controllare l’area centrale della piazza, ritenuta un punto critico, dove si è assistito a un incremento di comportamenti devianti da parte di gruppi di giovani.
Nonostante l’intento di migliorare la sicurezza, molti commercianti della zona esprimono il loro disappunto riguardo all’efficacia della presenza fissa dei militari. Le lamentele si concentrano su un apparente insufficienza delle misure adottate, che secondo alcuni non potranno mai sostituire un pattugliamento attivo da parte delle forze dell’ordine a piedi.
Durante la discussione sulle misure di sicurezza, i commercianti hanno fatto sentire la loro voce. Sono stati programmati eventi di protesta, come quello intitolato «Non prendete “in giro” Dante», che si terrà giovedì prossimo. I negozianti hanno annunciato l’intenzione di abbassare le vetrine come segno di dissenso. Francesco Pacifico, portavoce dell’associazione di commercianti di Piazza Dante e Port’Alba, ha dettagliato preoccupazioni specifiche sull’inefficacia del presidio fisso. Secondo lui, il problema non consiste nella mancanza di sicurezza centrale, ma nel fatto che le forze dell’ordine non possano coprire efficacemente le aree adiacenti.
Pacifico ha evidenziato che i giovani coinvolti in questi comportamenti rischiosi tendono a rifugiarsi in vicoli meno visibili, come Vico Carceri San Felice. La richiesta di una maggiore visibilità e presenza attiva delle forze dell’ordine è un tema ricorrente tra i commercianti, che cercano soluzioni più proattive piuttosto che una mera deterrenza passiva.
Le perplessità sul presidio fisso non provengono solo dai commercianti, ma anche da storici ristoratori come Angelo Martino, titolare del ristorante “Al 53”. Martino ha sottolineato il rischio di una diminuzione della vigilanza da parte delle forze di polizia in favore di un deterrente statico e ha espresso ciò che molte attività temono: il presidio militare potrebbe portare alla disattenzione verso le problematiche reali all’interno della piazza.
Secondo Martino, l’unico modo per affrontare la situazione è che le forze dell’ordine si attivino con controlli rigorosi, intervenendo direttamente contro coloro che violano la legge. La storia del presidio della polizia è stata evocata per dimostrare che, quando la forza di polizia era presente, i comportamenti problematici si spostavano in altre aree. Martino sostiene che è necessario un approccio più esigente per ridurre quelle situazioni che sfociano in attività illecite come uso di sostanze stupefacenti e comportamenti antisociali.
Questa tassativa situazione di tensione sociale e le risposte delle autorità e dei commercianti all’escalation violenta delineano un quadro complesso che richiede un’attenta gestione della sicurezza pubblica a Piazza Dante.