La polemica tra i piloti di Formula 1 e la Federazione Internazionale dell’Automobile si intensifica dopo le recenti multe inflitte a Max Verstappen e Charles Leclerc per l’uso di linguaggio inappropriato in conferenza stampa. I membri della Grand Prix Drivers’ Association si sono fatti portavoce di una lettera aperta indirizzata al presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, in cui esprimono il desiderio di non essere trattati come bambini, ma piuttosto come adulti responsabili.
La lettera della GPDA: un appello alla comprensione
Nel documento, la GPDA sottolinea come esista una netta distinzione tra imprecare in modo offensivo e farlo in un contesto informale. I piloti ritengono che utilizzare espressioni colorite per descrivere situazioni quotidiane legate al loro lavoro, come le condizioni meteorologiche o le prestazioni della loro auto, sia una forma di espressione accettabile e non meriti sanzioni. L’associazione ribadisce che i suoi membri sono professionisti e adulti, capaci di gestire il proprio comportamento senza necessità di regole imposte dall’alto.
I piloti fanno riferimento anche ai commenti riguardanti istruzioni sui comportamenti personali, come l’uso di gioielli o la scelta dell’intimo. Questo tipo di interventi, secondo la GPDA, è inadeguato e non si sposa con la loro immagine di atleti professionisti.
La reazione della FIA e le sanzioni ai piloti
Il dibattito era già emerso a settembre, quando Mohammed Ben Sulayem aveva espresso il suo disappunto per l’uso di un linguaggio ritenuto eccessivo durante le comunicazioni tra piloti nelle gare, un tema sollevato durante un’intervista con il magazine Autosport. Le recenti multe, e in particolare il riconoscimento di “lavori socialmente utili” a Verstappen per un commento volgare, hanno portato la questione alla ribalta.
Charles Leclerc, d’altro canto, ha subito una sanzione durante il Gran Premio del Brasile, per un’imprecazione espressa in conferenza stampa dopo il Gran Premio del Messico. Questi episodi hanno innescato un dibattito acceso sulla necessità di una regolamentazione più flessibile riguardo all’uso del linguaggio in contesti non sempre formali.
Controversie e accuse di razzismo nel linguaggio della FIA
Oltre alle sanzioni, le parole di Ben Sulayem sono state oggetto di critiche, in particolare quelle di Lewis Hamilton, il quale ha criticato l’uso di un linguaggio “stereotipato” da parte del presidente della FIA. Hamilton ha evidenziato una connotazione razziale nella frase “i piloti di F1 non sono rapper”, ritenendola non solo infelice, ma anche discriminatoria nei confronti di una certa parte della comunità.
Questi eventi hanno acceso un dibattito più ampio sul linguaggio utilizzato nel mondo del motorsport e sulle pretese di comportamento da parte della FIA nei confronti dei piloti, elementi questi che non solo coinvolgono l’immagine dello sport, ma gettano anche una luce sulle dinamiche di potere all’interno della Formula 1.
La richiesta di trasparenza sull’uso delle multe
Su un altro fronte, la GPDA ha chiesto maggiore chiarezza riguardo all’assegnazione e all’utilizzo dei fondi derivanti dalle multe. I piloti auspicano che tutte le parti coinvolte—FIA, F1, team e GPDA—possano determinare insieme come e se tali risorse verranno spese per migliorare il panorama sportivo.
Questa richiesta di trasparenza è vista come un passo verso una gestione più equa e giusta delle sanzioni, nonché come un modo per garantire che le risorse siano utilizzate a beneficio dello sport e dei suoi protagonisti. La lettera aperta dei piloti rappresenta quindi non solo una posizione di protesta, ma anche un appello verso una maggiore collaborazione e comprensione tra i piloti e la FIA per il futuro della Formula 1.