I versi di Brigida Bifulco, una lettrice che ha condiviso la sua poesia per un progetto scolastico, ci offrono un’opportunità di riflessione su tematiche profonde e delicate. Attraverso le sue parole, l’autrice affronta temi di grande attualità, come l’autocritica e il percorso verso la rinascita. Pubblicare questa poesia non è solo un gesto di valorizzazione artistica, ma anche un atto di sensibilizzazione verso chi lotta contro le insidie della propria mente e del giudizio esterno.
L’incontro con il giudizio interiore
La poesia si apre con l’immagine di una bella giornata, un momento che contrasta con l’oscurità emotiva che seguirà. L’immediatezza dei versi cattura la sensazione di risveglio, quasi come se l’autrice avesse appena aperto gli occhi su una realtà che non riesce a essere accettata. La descrizione dello sguardo allo specchio introduce un tema di profonda introspezione: la voce che insinua il dubbio e la vergogna non ha un volto, ma è presente in ogni pensiero.
La frase “Sei grassa” diventa emblematica del dialogo interiore distruttivo, un giudizio che non si allenta e che affonda le radici nell’autocontrollo e nella pressione sociale. La lotta contro questo pensiero tossico è un tema ricorrente non solo nella vita di Brigida, ma in quella di molti giovani e adulti, che si sentono intrappolati nella morsa di standard irraggiungibili e aspettative distorte.
L’ombra dell’anoressia
Nel proseguire della poesia, l’autrice conferisce un volto all’anoressia, non solo come patologia, ma come entità invadente: “ti sei infilata sotto la mia pelle.” Quest’immagine potente rappresenta la presenza opprimente di una malattia che si nutre delle fragilità personali. La metafora del silenzio è significativa; indica come il dolore venga spesso sotterrato, non espresso, inghiottito dai sensi di colpa.
Il passaggio dall’oscurità alla luce è lento e faticoso. L’anoressia diventa una sorta di compagnia silenziosa, che consuma le urla di aiuto e affossa le speranze. La poesia non omette di evidenziare l’aspetto fisico: il desiderio di essere “piccolina” tradisce un sogno di idealizzazione che, purtroppo, evolve in una condanna. L’autrice si confronta con una realtà distorta che, sebbene possa apparire attrattiva, si rivela devastante.
Verso la luce: la speranza di un rinnovamento
La parte finale della poesia rappresenta un momento di liberazione. Il rientro del sole, una chiara metafora della rinascita e della speranza, sottolinea l’importanza della luce e della positività nella lotta contro i demoni interiori. “Guardo la mia ombra,” scrive Brigida, e la sua ombra diventa un simbolo di accettazione di sé: non è più qualcosa da temere, ma un compagno silenzioso del proprio cammino.
La risposta all’oscurità è l’accettazione. L’atto di lasciar andare quella parte di sé che ci intrappola, quel “lunga” ombra è anche un invito a tutti coloro che si sentono persi. Trasmette un messaggio di forza e determinazione, un chiaro segnale che non si è soli in quest’aspro viaggio verso la luce. Con il sole che torna a splendere, Brigida Bifulco ci ricorda che trovare la strada verso la speranza, anche dopo il periodo più buio, è possibile.
La poesia di Brigida non è solo un’opera letteraria, ma un grido di aiuto, un messaggio rivolto a chi cerca un motivo per resistere e combattere.