La sosta per le nazionali è un momento che spesso mette in risalto tensioni e polemiche nel mondo del calcio. Recentemente, la rivalità tra Napoli e Inter ha acceso il dibattito, con il ruolo del VAR al centro delle discussioni. Sulla questione si è espresso Antonio Corbo, giornalista dell’edizione napoletana di Repubblica, analizzando le posizioni di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, e Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter. In questo articolo, si esamina il contesto di queste polemiche e le implicazioni per il futuro del calcio italiano.
Il contesto attuale del calcio italiano
Il calcio italiano vive un momento critico, caratterizzato da debolezza strutturale e sfide in ambito internazionale. Il governo del sport, sotto la supervisione del Ministro Abodi, è oggetto di scrutinio. Questo è evidente dalle sue recenti affermazioni, che indicano la necessità di un cambiamento all’interno della Federazione Italiana Giuoco Calcio . La prossimità delle elezioni del 3 febbraio 2025 ha reso ancor più urgente questo tema, dato che la FIGC è stata deliberatamente sotto pressione per un progressivo deterioramento delle performance del calcio nazionale, culminato in eliminazioni premature nei tornei europei.
Da un lato, la FIGC ha l’opportunità di rinnovarsi e rispondere alle crescenti aspettative di tifosi e addetti ai lavori, ma dall’altro lato affronta un carico pesante di critiche legate alla gestione delle competizioni, dei diritti tv e delle risorse finanziarie del settore. La mancanza di un progetto a lungo termine può mettere a repentaglio la crescita di club che, come il Napoli, hanno investito ingenti risorse per competere ai massimi livelli. Si tratta quindi di questioni ben più rilevanti rispetto alle polemiche contingenti sul VAR.
Le posizioni di De Laurentiis e Marotta
Aurelio De Laurentiis, da sempre una figura controversa, ha scelto di appoggiare Antonio Conte, allenatore dell’Inter, in merito alla questione del VAR. Questo sostegno, che rispecchia una certa necessità di alleanze strategiche, è interpretato come un tentativo di mantenere un dialogo costruttivo in un contesto di crescente rivalità . De Laurentiis, infatti, ha dimostrato di voler tutelare gli interessi del suo club e di difendere i diritti di una squadra che ha faticato per tornare ai vertici del calcio italiano.
Dall’altra parte, Giuseppe Marotta ha risposto a queste affermazioni con un tono che evidenzia le frustrazioni in seno all’Inter. Le polemiche sollevate dall’operato del VAR, che spesso influiscono sulle decisioni cruciali, hanno amplificato le tensioni tra le diverse fazioni del campionato. Marotta, riflettendo sullo stato della Lega e sulla necessità di metterla in condizione di affrontare adeguatamente le inquietudini dei tifosi e dei club, ha sottolineato quanto sia fondamentale una leadership solida e trasparente.
L’alleanza tra De Laurentiis e Conte, pur essendo di certo di interesse per i tifosi, solleva interrogativi sulla capacità di affrontare temi cruciali e trovare soluzioni strutturali per il calcio italiano. Una questione essenziale che rimane sullo sfondo delle polemiche è proprio quella della governance e della gestione delle tecnologie come il VAR, che necessitano di regole chiare e di un’applicazione uniforme per garantire l’integrità delle competizioni.
Il futuro del calcio italiano
Guardando al futuro, emerge la necessità di un ripensamento radicale delle strategie alla base del calcio italiano. Gli attori principali del sistema calcistico, dai dirigenti alle istituzioni sportive, devono concentrarsi su obiettivi concreti e collaborativi piuttosto che su polemiche superficiali. Le elezioni di febbraio 2025 rappresentano un’opportunità per avviare un cambiamento significativo, necessario per portare il calcio italiano a competere efficacemente a livello internazionale.
In questo contesto, il Napoli e altri club che aspirano a ritagliarsi un ruolo di prestigio devono essere sostenuti nella loro crescita. Si tratta di una responsabilità condivisa, dove la comunità calcistica è chiamata a collaborare e a superare le divisioni. Non è il momento di alimentare attriti tra i club, ma piuttosto quello di creare alleanze strategiche per affrontare le sfide collettive.
In questo scenario complesso, il VAR e la sua gestione non devono diventare il punto centrale delle dispute, ma piuttosto uno strumento per promuovere un gioco più giusto, rispettoso delle regole e delle opinioni di tutti. Con un’attenzione rinnovata a questi aspetti, il calcio italiano potrà intraprendere un percorso di rinascita e riappropriarsi di una dignità perduta.