Il sito archeologico di Pompei ha intrapreso un percorso innovativo nella conservazione del suo vasto patrimonio culturale. Con l’introduzione di una nuova applicazione, il Parco Archeologico intende monitorare e tutelare in modo proattivo le numerose strutture che costituiscono la città antica. Questo progetto, illustrato dal direttore degli Scavi Gabriel Zuchtriegel, rappresenta un passo significativo verso un approccio più interattivo nella salvaguardia di Pompei, affrontando le sfide legate alla sua estensione e fragilità.
Pompei è un sito di straordinaria rilevanza storica e culturale, caratterizzato dalla sua complessità e dalla vastità della superficie da monitorare. Spesso paragonato a luoghi come Petra in Giordania o Angkor in Cambogia, Pompei presenta sfide uniche. La città, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., comprende oltre mille abitazioni e circa 13.000 ambienti, di cui solo una piccola parte è protetta da coperture. Questa situazione rende difficile sfruttare i metodi tradizionali di monitoraggio e manutenzione.
Il direttore Zuchtriegel ha evidenziato come la conservazione di Pompei richieda un impegno collettivo e sistematico, sottolineando l’importanza del coinvolgimento di tutti. Il progetto mira non solo a preservare il patrimonio esistente, ma anche a sensibilizzare il pubblico sulla necessità di proteggere e curare un tesoro così fragile. La creazione dell’app rappresenta quindi un elemento chiave in questo processo, promettendo di cambiare il modo in cui si affrontano le attività di conservazione.
La nuova applicazione, sviluppata nell’ambito dell’ecosistema digitale “Open Pompeii”, si propone di raccogliere e gestire tutti i dati inerenti allo stato di conservazione del sito archeologico. Realizzata in collaborazione con Visivalab e il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno, quest’app offre una piattaforma accessibile per monitorare continuamente le strutture di Pompei.
L’approccio utilizzato per la creazione dell’app è ispirato a pratiche già applicate nel monitoraggio di infrastrutture come autostrade e ponti, dimostrando come le esperienze di altre discipline possano arricchire la gestione di siti archeologici. Questo strumento digitale non solo facilita la raccolta di dati, ma consente anche di programmare interventi di manutenzione e restauro mirati ed efficaci, basati su informazioni tempestive e dettagliate.
Il progetto di Pompei segna un cambiamento paradigmatico nel campo della conservazione. La digitalizzazione delle informazioni su un patrimonio così vasto non rappresenta solo un passo avanti dal punto di vista tecnologico, ma promuove anche un nuovo modello di gestione partecipativa. Ogni cittadino, appassionato di storia o semplicemente curioso, avrà l’opportunità di contribuire alla salvaguardia di Pompei, rendendo il monitoraggio un’attività collettiva.
Questa iniziativa evidenzia l’importanza di una visione condivisa tra istituzioni e cittadini, con l’obiettivo di garantire non solo la tutela del materiale archeologico, ma anche la valorizzazione del contesto storico e culturale che esso rappresenta. In un mondo in cui il patrimonio artistico e culturale è sempre più minacciato, Pompei si pone come un esempio di come le tecnologie moderne possano supportare e arricchire gli sforzi di conservazione.
Il diretto coinvolgimento della comunità e l’uso di strumenti innovativi sono la chiave per affrontare le sfide future e assicurare un futuro duraturo per uno dei siti archeologici più importanti e affascinanti del mondo.