Nell’ambito dell’esercitazione nazionale per il rischio vulcanico nei Campi Flegrei, un incontro previsto per il 12 ottobre si è trasformato in un’opportunità per i cittadini di esprimere il proprio malcontento. Gli sfollati di Pozzuoli hanno alzato la voce, richiedendo risposte sulle loro condizioni abitative e sulle misure di sicurezza che coinvolgono le loro vite quotidiane. I cartelli esposti durante l’incontro evidenziavano la frustrazione della comunità per l’incertezza che circonda il futuro delle loro abitazioni. In questo contesto teso, il commissario straordinario Fabio Ciciliano e il sindaco Luigi Manzoni hanno cercato di fornire chiarimenti, ma le loro risposte non hanno soddisfatto le aspettative dei cittadini.
L’incontro, inizialmente concepito come un momento informativo, si è presto trasformato in una manifestazione di protesta. Gli sfollati hanno alzato cartelli con frasi incisive come «Messa in sicurezza a nostro carico? Ne parliamo Signor sindaco?» e «Le nostre case quando verranno riparate, no rattoppate?», esprimendo così il loro desiderio di risposte concrete. Questa situazione evidenzia un aspetto cruciale: il numero degli sfollati – circa 1500 persone – sta crescendo. Il clima di indifferenza percepito si amplifica dall’assenza di aiuti, che spaziano dalla mancanza di sostegno economico alla difficoltà di recuperare un senso di normalità.
La protesta non si limita a rivendicazioni pratiche, ma mette in luce anche un forte desiderio di essere ascoltati e riconosciuti dalle istituzioni. Per molti cittadini, la sensazione di essere dimenticati è aggravata dalla transitorietà delle soluzioni proposte finora. In questo quadro, la richiesta di un interlocutore fisso e di una comunicazione più chiara da parte delle autorità è diventata un tema centrale del dibattito. La portavoce del Comitato Emergenza Campi Flegrei, Laura Iovinelli, si è fatta portavoce di tali necessità, chiedendo un referente preciso da contattare per ottenere informazioni e aggiornamenti riguardo alla loro situazione.
Durante l’incontro, il commissario straordinario Fabio Ciciliano ha cercato di rispondere alle domande e alle richieste del pubblico, ma le sue dichiarazioni non hanno fatto altro che generare ulteriore confusione. Alla richiesta di un referente, ha replicato che la comunicazione, come la intende lui, significa poco e nulla, rimanendo sfuggente e generico. La situazione si complica ulteriormente con la questione dei fondi per la ricostruzione, ostacolata da un effettivo rimpallo di responsabilità tra le varie autorità competenti, tra cui il Ministero della Protezione Civile e la Regione Campania.
Ciciliano ha poi sottolineato la necessità di un approccio tecnico piuttosto che politico, alludendo alla presunta politicizzazione delle contestazioni sollevate dai cittadini. Questa posizione ha irritato ulteriormente il pubblico, che ha percepito una disconnessione tra le preoccupazioni dei residenti e la comunicazione istituzionale. La promessa di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni, con il primo cittadino Manzoni che ha fatto riferimento a decreti e firme d’intesa con la regione, non ha contribuito a rassicurare gli sfollati, sempre più esasperati dalla situazione che vivono quotidianamente.
Le pressioni da parte dei cittadini sul tema della sicurezza edilizia sono emerse in modo evidente durante l’incontro. Un cittadino ha sollevato preoccupazioni riguardo alla richiesta di lavori urgenti imposta dal sindaco, esprimendo il timore di possibili conseguenze legali in caso di inadempienza. Questo tipo di richieste non solo generano ansia, ma mettono anche gli abitanti in una posizione di vulnerabilità, costretti a operare rapide riparazioni in un contesto di continua incertezza sismica.
Allo stesso tempo, la richiesta di rilevare l’eventualità di implementare il “sisma bonus” al 50% per migliorare la stabilità degli edifici non ha trovato accoglienza. Le risposte del sindaco Manzoni, che ha ritenuto che la decisione di non offrire tale incentivo fosse dettata da considerazioni più ampie, non hanno contribuito a chiarire la situazione, anzi hanno enfatizzato un differente approccio tra le istituzioni e i cittadini, creando ulteriori frustrazioni.
L’incontro ha messo in evidenza anche una mancanza di dialogo tra i rappresentanti istituzionali e i comitati locali. Ciro Di Francia, portavoce del comitato Pozzuoli Sicura, ha evidenziato l’incapacità di interloquire non solo con le autorità politiche, ma anche con il mondo scientifico. Queste difficoltà comunicative rendono l’interazione tra cittadini e istituzioni ancora più problematica. Un’interrogativo che si pone nel contesto di questo dialogo stanco è se le istituzioni siano effettivamente in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini o se, al contrario, persista un gap comunicativo che rischia di acuire la crisi in atto.
La frustrazione dei cittadini è tangibile, il che suscita domande sull’efficacia della presenza di rappresentanti delle istituzioni nei momenti cruciali come questo. La data del 12 ottobre, prevista per le esercitazioni sul rischio vulcanico, rappresenta un banco di prova importante anche per le autorità localizzate nei Campi Flegrei, ormai stanche e disilluse dalle promesse non mantenute. La mancanza di un rapporto solido e trasparente potrebbe presto trasformarsi in una crescente sfiducia da parte della popolazione nei confronti delle istituzioni, complicando ulteriormente la già critica situazione sull’area flegrea.