Recenti episodi di violenza a Pozzuoli, in provincia di Napoli, hanno messo in luce le tensioni e i contrasti all’interno del traffico di droga nella zona. Gli investigatori stanno indagando su un apparente tentativo del clan Longobardi-Beneduce di ripristinare la propria autorità sulle vendite di stupefacenti, nonostante l’arresto di alcuni membri storici del gruppo criminale.
Nelle ultime settimane, la città di Pozzuoli è stata scossa da diversi episodi di violenza che sembrano strettamente connessi al traffico di droga. L’ultimo ferimento si è verificato nella notte del 20 ottobre, quando un giovane è stato colpito a un piede. Due giorni prima, il 16 ottobre, un altro ragazzo è stato ferito a Monterusciello, in piazza De Curtis, da colpi di arma da fuoco sparati da distanza ravvicinata. A fine settembre, un 22enne era stato gambizzato, con le vittime che hanno fornito versioni contrastanti sull’origine di questi atti violenti.
Le forze dell’ordine hanno raccolto informazioni che suggeriscono che questi eventi non siano semplici fatti isolati e possano, invece, essere legati a brutali vendette e ritorsioni all’interno del mondo della droga. Sebbene alcune vittime abbiano parlato di rapine, le indagini in corso stanno cercando di svelare la vera natura di questa nuova ondata di violenza, sottolineando l’importanza del contesto camorristico in cui si inseriscono.
L’arresto di alcuni storici membri del clan Longobardi-Beneduce ha lasciato un vuoto di potere che altri gruppi malavitosi stanno cercando di sfruttare. Secondo fonti investigative, la diminuzione della loro autorità ha creato un “liberi tutti” per altri spacciatori, i quali hanno colto l’opportunità di operare autonomamente, senza doverne più “rendere conto” al clan.
In questo contesto, l’Ala Quartese, ramo del clan attivo nel vicino comune di Quarto, starebbe tentando di riprendersi il controllo della situazione e di ristabilire l’accesso esclusivo alla droga per i rivenditori locali. Opportunità che ha incontrato resistenza da parte di coloro che fino a quel momento avevano goduto di una certa libertà operativa nel narcotraffico.
Il tentativo dell’Ala Quartese di riprendere il monopolio sulla droga a Pozzuoli non sta avvenendo senza conseguenze. I conflitti tra gruppi rivali si intensificano, alimentando un clima di terrore e precarietà per chi opera nel settore. La strategia di intimidazione, che include minacce e attacchi fisici, rappresenta un chiaro segnale della volontà del clan di riaffermare il proprio dominio.
Tale situazione ha spinto le autorità a intensificare le operazioni di polizia nel territorio, con l’obiettivo di fermare non solo la violenza, ma anche le dinamiche di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti. Il monitoraggio costante delle attività, unito a operazioni mirate contro i nodi cruciali della rete di spaccio, è diventato essenziale per riportare la calma nella zona.
Dunque, l’oscillazione del potere tra i gruppi criminali nella provincia di Napoli continua a creare un panorama complesso e pericoloso, in cui la lotta per il controllo delle piazze di spaccio si traduce in atti violenti e intimidatori, lasciando pesanti strascichi nella comunità locale.