Un’analisi condotta dall’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Campania ha messo in luce la presenza di elevati livelli di batteri fecali, rendendo temporaneamente non balneabili vari tratti della costa che si estende da Ercolano a Castellammare di Stabia. Questi risultati, frutto di prelievi effettuati il 19 agosto, pongono interrogativi sull’inquinamento marino e sulla gestione delle acque nella regione, specialmente in seguito ai recenti eventi meteorologici.
L’inquinamento batterico in costa campana
Analisi dei prelievi e superamenti dei limiti
I dati raccolti dall’Arpac hanno segnalato significativi superamenti delle soglie di Escherichia coli e enterococchi intestinali, batteri indicatori di inquinamento fecale. I prelievi, effettuati in diverse località lungo la costa, hanno mostrato risultati preoccupanti: ad Ercolano, i tassi di Escherichia coli hanno superato di cinque volte i limiti stabiliti per la balneabilità, con un campione prelevato presso il sito Ex Bagno Risorgimento. Similmente, a Torre del Greco sono stati riscontrati valori elevati lungo i tratti di Litoranea Sud, Santa Maria la Bruna e Litoranea Nord.
Questi fenomeni sono stati probabilmente influenzati dai temporali che hanno colpito la regione all’inizio della stessa settimana dei prelievi. Durante tali eventi, gli sfioratori di troppo pieno delle fogne, progettati per gestire l’eccesso di acqua piovana, scaricano in mare miscele di acque reflue e pluviali, incrementando in modo significativo il rischio di contaminazione.
Incidenza dei temporali sulle acque marine
Il maltempo ha quindi avuto un impatto diretto sulla qualità delle acque balneabili. In particolare, i temporali possono provocare un aumento del flusso di acqua nei sistemi fognari, spingendo verso il mare le acque inquinate. Questo fenomeno, già noto in altre giurisdizioni, impone una riflessione sulla necessità di migliorare le infrastrutture idriche, in modo da separare le acque reflue da quelle meteoriche e prevenire il verificarsi di sversamenti in mare.
Divieto temporaneo di balneazione e aree interessate
Aree colpite dal divieto
A seguito dei risultati dei prelievi, tutte le località con superamenti dei limiti per la balneabilità hanno immediatamente attivato provvedimenti di blocco temporaneo della balneazione. Torre Annunziata è stata dichiarata completamente non balneabile, interessando la fascia costiera che si estende dal Lido Azzurro a Villa Tiberiade. Anche Castellammare di Stabia, che aveva recentemente ottenuto il ripristino della balneabilità, ha dovuto fare i conti con lo stesso problema, con sforamenti registrati nel tratto Ex Cartiera.
In totale, il divieto riguarderà diverse aree di rilievo della costa campana, lasciando i bagnanti in attesa di nuovi analisi da parte dell’Arpac. Solo al termine dei controlli, che dovranno dimostrare il ripristino della qualità dell’acqua, sarà possibile riconsiderare la situazione.
Prospettive di ripristino della balneabilità
Secondo gli esperti, se l’inquinamento è realmente riconducibile esclusivamente a cause meteorologiche, ci si può attendere che questo sia un fenomeno di breve durata. Tuttavia, questo episodio porta a una riflessione più ampia sul sistema di gestione delle acque in Campania, sottolineando la necessità di operazioni di risanamento e bonifica dei corsi d’acqua, molti dei quali rischiano di diventare ricettacoli di scarichi abusivi e di utilizzare sistemi fognari inefficienti.
La situazione attuale richiede un’attenzione particolare alle strategie di gestione delle risorse idriche e al rispetto delle normative ambientali. Un intervento coordinato è essenziale per garantire sia la sicurezza dei bagnanti sia la protezione dell’ambiente marino.