In un contesto anche difficile per la Chiesa cattolica, il “Movimento internazionale dei sacerdoti sposati” si è fatto sentire, lanciando una forte richiesta al Papa. Dopo un episodio sui media che ha suscitato diverse reazioni, i sacerdoti sposati vogliono essere riammessi al servizio pastorale. Questa situazione mette in luce una crisi che affligge la Chiesa, alimentata dalle polemiche riguardanti il celibato e l’attuale gestione dei sacerdoti.
La comunicazione del Movimento non è solo una richiesta, ma un appello per una riflessione più profonda. “La trasparenza è un valore aggiunto in questo contesto”, si legge nella nota. Il movimento sottolinea che le polemiche sorte attorno al caso di Ischia non hanno fondamento, in quanto non rappresentano la realtà complessiva delle questioni legate al celibato dei preti e alla possibilità di reintegro dei preti sposati nel ministero. La crisi numerica dei sacerdoti è un elemento chiave per comprendere il contesto attuale. I dati confermano che sempre più parrocchie si ritrovano senza un prete, situazione che potrebbe essere affrontata diversamente con la presenza di sacerdoti sposati. Tuttavia, il Papa, pur potendo intervenire, sembra non voler muovere passi significativi, lasciando le cose in uno stato di stallo.
I sacerdoti sposati credono fermamente che la loro presenza potrebbe rappresentare una risorsa per la Chiesa. “Potrebbero essere riaccolti attraverso un provvedimento canonico per svolgere un servizio attivo nelle parrocchie sprovviste di prete oppure in forme di assistenza diocesana”, scrive il Movimento. Il concetto che anima questa affermazione è che i sacerdoti sposati, nonostante la dispensa ricevuta per il matrimonio religioso, conservano il sacerdozio. Questi sacerdoti, che hanno intrapreso un percorso di dimissioni ufficiali e di matrimonio, sono ancora parte della comunità ecclesiastica e potrebbero tornare a servire in modo significativo.
Dal 2003, il Movimento ha cercato diversi canali di comunicazione con il Papa, proponendo la possibilità di gestire parrocchie senza sacerdoti. Tuttavia, non ci sono stati riscontri positivi. Eventi come i recenti Sinodi o il Giubileo sono stati visti come momenti ideali per avviare cambiamenti normativi. La disponibilità del popolo di Dio e della società civile nei confronti dei preti sposati è probante e suggerisce un’apertura verso nuove possibilità. Il dialogo sembra essere più che mai necessario in un loro tentativo di riaffermare il proprio ruolo, in un momento in cui la Chiesa cattolica si trova di fronte a sfide sempre più complesse.