Protesta a Ischia contro gli abbattimenti delle prime case: la lotta continua per il diritto abitativo

Un’onda di indignazione ha attraversato Ischia grande protagonismo: un presidio di protesta organizzato dal Coordinamento dei Comitati a Difesa del Diritto alla Casa ha portato alla luce una questione critica, quella degli abbattimenti delle prime case. Questo movimento si è riunito per chiedere a gran voce la fine di una situazione che sta colpendo famiglie e individui, creando un’emergenza sociale senza precedenti. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi attivisti, sostenitori e cittadini preoccupati per il destino delle proprie abitazioni.

La genesi dell’abusivismo edilizio

Negli ultimi quarant’anni, Ischia è diventata teatro di una crescente problematica legata all’abusivismo edilizio, in gran parte alimentata dalle amministrazioni comunali locali. Queste ultime non hanno adottato i necessari piani urbanistici e regolatori, costringendo molte persone a costruire case senza le necessarie licenze edilizie. Durante il presidio, i promotori hanno messo in evidenza che oltre 10.000 case sull’isola presentano difformità urbanistiche, creando una vera e propria emergenza abitativa.

Ponendo l’accento sul rispetto per il lavoro della Magistratura, hanno sollecitato un intervento politico incisivo. L’unica soluzione per porre fine a questa tragedia sociale è l’approvazione di una Legge dello Stato. Tali misure, avvertono, devono prevedere anche piani di evacuazione e soluzioni abitative alternative per coloro che rischiano di trovarsi senza un tetto sopra la testa. Senza queste iniziative concrete, le demolizioni non faranno altro che aggravare la precarietà sociale già esistente.

Denunce di ingiustizie: casi emblematici

Tra i partecipanti al presidio, l’Avvocato Bruno Molinaro ha evidenziato situazioni allarmanti, come quella di una casa a Serrara Fontana, in procinto di essere demolita, che ospita una madre con i figli. Ha anche segnalato che, in alcuni casi, stanno venendo abbattute abitazioni che hanno ricevuto condoni. Molinaro ha sottolineato l’insanità della situazione, dove le demolizioni avvengono dopo anni e anni dalla scoperta dell’abuso, a volte anche fino a quaranta anni.

Questa lunghezza temporale, secondo la giurisprudenza, dovrebbe far riflettere sulla natura della sanzione associata a tali demolizioni, considerata di fatto punitiva. Gli abusivi di lunga data, alleviati da permessi di condono, sarebbero soggetti a una sorta di ingiustizia se le istituzioni non si muovono per cercare soluzioni alternative. In un paese che si definisce civile, non è accettabile che dopo anni di attesa e di inazione, le famiglie siano abbandonate al proprio destino al momento della demolizione.

La posizione della Corte europea e il richiamo alla dignità

Le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo gettano un’ulteriore luce sulla questione, specialmente dopo la recente condanna della Bulgaria, dove la Corte ha stabilito che la demolizione della singola casa di un contravventore non è necessaria in una società democratica. Questo principio dovrebbe essere applicato anche in Italia, dove si assiste a una grave carenza di protezione dei diritti fondamentali.

Molinaro ha avvertito che nel nostro paese ci sono casi in cui abitazioni, che pure vantano permessi regolari, vengono abbattute senza che venga presa in considerazione la dignità degli individui coinvolti. Per il 7 gennaio è prevista la demolizione di una casa a Serrara Fontana, abitata da una donna divorziata con figli minori, per la quale sia il Comune sia la Soprintendenza avevano dato il proprio assenso. Questa anomalia sottolinea la necessità di un intervento legislativo chiaro per dare certezza del diritto e proteggere i legittimi proprietari.

La solidarietà della Diocesi e l’impegno delle autorità locali

Durante il presidio, Marianna Sasso ha rappresentato la Diocesi di Ischia e Pozzuoli, portando il supporto del Vescovo Carlo Villano. Questo gesto di solidarietà ha messo in risalto l’importanza di una risposta collettiva alla disperazione dei cittadini. Il Vescovo ha parlato dell’urgenza di trovare soluzioni per garantire il diritto alla casa, affermando che la situazione non riguarda soltanto la Campania, ma rappresenta una questione che tocca l’intero Sud e l’Italia.

Il messaggio della Diocesi è chiaro: non si può rimanere indifferenti di fronte alla disperazione di famiglie costrette a subire il timore delle demolizioni. I cittadini hanno diritto a un’abitazione, non solo come bene materiale ma come luogo dove costruire legami affettivi e una dignità personale.

La mobilitazione dei cittadini e l’impegno dei sindaci

Il presidio ha visto una partecipazione attiva da parte di cittadini e rappresentanti di associazioni locali. Interventi di diverse persone hanno sottolineato i gravi risvolti sociali che le demolizioni potrebbero avere sull’immagine e sulla comunità di Ischia. I sindaci presenti hanno preso l’impegno di confrontarsi con istituzioni più elevate, come il Presidente della Regione Vincenzo De Luca e il sindaco della Città Metropolitana, per cercare di trovare una soluzione a questa problematica.

Il 20 ottobre scorso è stata presentata una proposta di legge a firma dell’Onorevole Gianpiero Zinzi per affrontare urgentemente questa situazione. La manifestazione ha dimostrato una forte coesione tra i cittadini e le autorità locali, con la convinzione che l’unità sia fondamentale per affrontare e risolvere una questione che ha ripercussioni enormi sulle vite di tanti ischitani.

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Filippo Grimaldi