A Napoli, l’ambiente marino è al centro di un acceso dibattito. Domenica, un gruppo di attivisti si incontrerà in via Cattolica per manifestare il proprio dissenso contro il parere favorevole dei ministeri dell’Ambiente e della Cultura riguardo alla realizzazione di un nuovo scarico a mare nella zona di Coroglio. Questa protesta, promossa da importanti associazioni ambientaliste, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione delle aree marine protette.
Il sit-in per la tutela del mare
Il coordinamento Tutela del Mare ha organizzato un sit-in che partirà alle 10.30 di domenica in via Cattolica, proprio davanti all’ingresso dell’emissario di Coroglio. Questa area, già compromessa da scarichi, è considerata un fondamentale polmone biologico della costa napoletana. Le associazioni che parteciperanno includono Legambiente, WWF e ENPA, tutte unite nella richiesta di un ripensamento del progetto di scarico fognario. Leda Torziello, una delle promotrici della manifestazione, ha definito “paradossale e incomprensibile” la decisione di effettuare lo scarico in una zona che dovrebbe essere tutelata nell’ambito di un Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana.
Il progetto prevede un sistema che, in caso di temporali, permetterà il deflusso di acqua piovana e fogne nel mare, per evitare l’eccessiva pressione all’interno delle condotte. Queste operazioni si aggiungono a un ulteriore scarico già esistente, quello di Cala Badessa, aggiungendo preoccupazioni all’ecosistema marino della zona.
Un intervento contestato: il nuovo scarico fognario
Il nuovo scarico fognario di Coroglio è parte di un progetto più ampio che mira a migliorare la gestione delle acque a Napoli, caratterizzata da un sistema misto in cui si intrecciano acque meteoriche e reflue. Questo intervento prevede diverse opere, come l’eliminazione di scarichi nell’Emissario di Cuma e il potenziamento dell’impianto di pretrattamento delle acque reflue. Tuttavia, questa nuova infrastruttura ha sollevato polemiche tra le associazioni ambientaliste, che avvertono sul potenziale rischio di danneggiare ulteriormente la già fragile biodiversità dell’area.
L’autorizzazione dei ministeri è stata concessa sotto precise condizioni, incluse l’estensione delle condotte sottomarine e la realizzazione di una terza condotta. Chi si oppone al progetto, però, sottolinea che “queste misure non sono sufficienti” e rischiano di aggravare la situazione, già critica, degli ecosistemi marini nel Golfo di Napoli.
Valorizzare la biodiversità del Golfo di Napoli
Il Golfo di Napoli ospita una ricchezza biologica ineguagliabile, e le aree marine protette come Gaiola e Nisida rappresentano alcuni dei punti più ricchi di biodiversità nel Mediterraneo. Le associazioni ecologiste mettono in evidenza l’importanza di preservare questi ecosistemi, le cui condizioni sono già danneggiate dall’inquinamento e dagli scarichi in mare. L’area è famosa per la sua biocenosi del coralligeno, habitat essenziale per molte specie marine.
Le preoccupazioni espresse dalle associazioni non si limitano ai danni potenziali a livello ecologico, ma si estendono anche alle conseguenze a lungo termine per la salute pubblica. La presenza di scarichi non trattati potrebbe infatti compromettere ulteriormente la qualità delle acque e, di riflesso, la salute dei cittadini napoletani. Gli attivisti chiedono quindi un ripensamento totale sul progetto, affinché possa essere garantita la tutela del patrimonio ambientale della zona.
L’incontro di domenica rappresenta un’iniziativa significativa per il coinvolgimento civico e la sensibilizzazione della popolazione napoletana sul tema cruciale della sostenibilità ambientale e della protezione della biodiversità. Le parole di Leda Torziello e delle altre organizzazioni sono un chiaro messaggio: “è essenziale unire le forze per garantire un futuro più verde e sostenibile per Napoli e per il suo prezioso ambiente marino.”