Proteste a Ischia: il significativo abbattimento della baracca dei terremotati suscita polemiche

Nel cuore di Casamicciola Terme, a Ischia, una controversa operazione di abbattimento ha sollevato un’ondata di proteste tra i residenti. La demolizione della baracca eretta dopo il devastante terremoto del 21 agosto 2017 ha riacceso la discussione sull’importanza di spazi di ritrovo per le comunità colpite da calamità naturali. Questo articolo esplora le ragioni dietro le proteste e l’impatto storico di questa struttura.

La baracca di Piazza Maio: un simbolo di resistenza e comunità

La funzione sociale della baracca

La baracca costruita in Piazza Maio dopo il terremoto del 2017 ha avuto un ruolo cruciale per la comunità locale. Concepita come un rifugio temporaneo, nel tempo è diventata un punto di incontro fondamentale per i residenti di Casamicciola Terme. Alla fine della ricostruzione post-terremoto, la struttura ha consentito ai cittadini non solo di ritrovarsi e socializzare, ma anche di affrontare insieme le difficoltà legate all’alluvione che ha colpito l’isola nel 2021.

Frequentatori della baracca raccontano come, nelle settimane seguenti ai disastri, hanno collaborato con i volontari nella distribuzione di pasti e assistenza alle persone bisognose. Il lavoro laborioso delle donne del Maio, che hanno mantenuto i servizi igienici puliti per centinaia di utenti, è stato un esempio di resilienza comunitaria. La baracca ha quindi assunto un significato più ampio, diventando un presidio della protezione civile, un luogo di sostegno morale e un simbolo di coesione sociale.

La protesta dei residenti

Con l’annuncio dell’abbattimento, una parte della comunità ha espresso il proprio disappunto, dichiarando che la chiusura della baracca rappresenterebbe la perdita di un punto di riferimento vitale. “Se ci tolgono questo punto di ritrovo – affermano alcuni anziani – ce ne andiamo al cimitero, perché questo è il nostro punto di incontro e sostegno.” Le parole dei residenti evidenziano l’importanza della socializzazione e della condivisione nei momenti di difficoltà.

Richieste e proposte dei manifestanti

La proposta di uno spazio alternativo

Ida Trofa, portavoce dei manifestanti, ha chiesto che, sebbene l’abbattimento della struttura sia ormai deciso, venga realizzato un nuovo spazio coperto in Piazza Maio. “È fondamentale che lo Stato crei uno spazio dove terremotati e alluvionati possano continuare a trascorrere del tempo insieme, alleviando il senso di isolamento e solitudine,” ha dichiarato.

A sostegno di questa richiesta, è stata avviata una petizione indirizzata al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, evidenziando la necessità di mantenere un luogo di ritrovo che consolidi i legami della comunità. Gli attivisti chiedono un impegno concreto da parte delle autorità per trasformare questi spazi in un simbolo di speranza per i cittadini, ora più che mai desiderosi di condividere il loro viaggio di recupero e ricostruzione.

Il futuro di Piazza Maio

La situazione attuale ha portato a riflessioni significative sulla resilienza delle comunità stravolte da eventi catastrofici. La richiesta di un nuovo spazio al coperto non rappresenta solo una questione logistica, ma un bisogno umano profondo di collegamento e supporto reciproco. La mobilitazione dei cittadini di Casamicciola Terme sottolinea quanto sia essenziale riconoscere l’importanza di questi luoghi, non solo come strumenti di emergenza, ma anche come centri vitali per il benessere comunitario a lungo termine.

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Redazione