Prove di evacuazione allo zoo di Napoli: un lemure e una alpaca al centro della simulazione

Uno zoo immerso nella bellezza naturale può trasformarsi rapidamente in un luogo di emergenza. Di recente, lo zoo di Napoli ha condotto prove di evacuazione per prepararsi a una possibile eruzione del vulcano dei Campi Flegrei. In questa esercitazione unica, sono stati coinvolti un lemure, un alpaca e persino un peluche di tigre a grandezza naturale, fornendo così un’opportunità unica per testare la preparazione della struttura per situazioni critiche.

Esercitazione e preparazione per un’emergenza vulcanica

L’attività di simulazione ha avuto luogo per valutare l’efficacia del piano d’emergenza sviluppato dallo zoo, come spiegato dalla curatrice zoologica Fiorella Saggese. La sua testimonianza evidenzia l’importanza di essere pronti per eventuali evacuazioni in caso di allerte arancioni legate a eruzioni vulcaniche. “L’esercitazione ha offerto uno scenario concreto per affrontare le sfide che potrebbero sorgere in una situazione di crisi,” ha dichiarato Saggese. Grazie a un anno di lavoro e preparazione, la simulazione ha permesso di riscontrare criticità e migliorare ulteriormente le procedure di evacuazione.

Nel corso dell’esercitazione, il team del parco ha collaborato con partner locali, tra cui l’Asl Na1, mettendo in atto il piano elaborato per il trasferimento degli animali in strutture sicure. Durante la prova, la coordinazione con i trasportatori e le strutture di ricezione ha dimostrato un’importante solidarietà da parte di altre organizzazioni. Le reazioni rapide e coordinate hanno giocato un ruolo cruciale, assicurando una mobilità efficiente degli animali verso un luogo di rifugio.

Varietà degli animali e le destinazioni di evacuazione

Lo zoo di Napoli ospita circa 800 animali, inclusi giraffe, ippopotami, elefanti e felini. In caso di emergenza, gli animali saranno trasferiti in diverse strutture che hanno già dimostrato disponibilità a riceverli. Saggese ha dettagliato che ci sono stati accordi con vari zoo e fattorie che hanno manifestato generosità senza richiedere compensi. Tra le strutture designate per accogliere gli animali ci sono lo zoo di Ravenna, Fasano, il Leo Wild Park in Umbria e altre locali.

Ogni struttura è stata assegnata a diversi gruppi di animali in base alle loro esigenze particolari e alla disponibilità. Per esempio, lo zoo di Fasano ha già in programma di accogliere cervi e daini, mentre il Leo Wild Park si occuperà delle giraffe e altri erbivori. Per garantire un’efficace logistica di trasporto, i trasportatori ufficiali del parco sono stati informati e preparati. Saggese ha menzionato che il trasportatore di elefanti, per esempio, è pronto a partire quando necessario, con un tempo di arrivo stimato di 14 ore per prelevare le due elefantesse presenti nello zoo.

Gestione della paura negli animali durante le emergenze

Una particolare nota dell’esercitazione è stata l’assenza di panico tra gli animali coinvolti. Fiorella Saggese ha detto che, in genere, gli animali non mostrano paura durante eventi simili, come ad esempio le scosse del bradisismo che colpiscono occasionalmente l’area. “Questa tranquillità potrebbe derivare dalla loro naturale adattabilità ai cambiamenti ambientali,” ha commentato Saggese, “rendendo gli animali meno suscettibili a situazioni di emergenza.” La prova ha dimostrato che la preparazione e la consapevolezza del personale sono fondamentali per garantire la sicurezza degli animali e il successo dell’evacuazione.

La simulazione è andata a buon fine, confermando la solidità del piano d’emergenza dello zoo di Napoli. La preparazione meticolosa e la cooperazione tra le varie entità coinvolte sono state evidenti, rendendo l’esercitazione una lezione importante sulla gestione delle crisi in situazioni potenzialmente pericolose.

Published by
Valerio Bottini