L’aggressione che ha coinvolto il pugile Kevin Di Napoli si è verificata a Casoria, dove il giovane atleta, in regime di arresti domiciliari, ha subìto un attacco a scopo di rapina mentre si dirigeva in palestra con il suo educatore, Raffaele Scotti. Le indagini sono in corso e hanno già avviato la pista del tentativo di rapina, che ha portato alla gravità della situazione sanitaria di Scotti e all’interrogativo sulle motivazioni dell’attacco.
Il contesto dell’aggressione
Martedì sera, a Casoria, precisamente in località Arpino, Kevin Di Napoli, un pugile di 28 anni originario di Ostia, stava recandosi in palestra a bordo di un’auto con il suo educatore, Raffaele Scotti. Nonostante Di Napoli si trovi attualmente ai domiciliari all’interno di una comunità nel Napoletano, ha ricevuto il permesso di uscire per allenarsi, una parte importante della sua vita e della sua preparazione atletica. Tuttavia, la sua routine è stata drammaticamente interrotta quando due uomini in motorino hanno affiancato il veicolo, armati e determinati a mettere in atto una rapina. Sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco, colpendo Di Napoli al braccio e causando lesioni gravi a Scotti, che è stato immediatamente trasportato all’ospedale Cardarelli.
Un elemento che ha attirato l’attenzione degli investigatori è stato un orologio di lusso indossato da Di Napoli al momento dell’aggressione. Questo accessorio di valore potrebbe aver rappresentato un obiettivo ideale per i rapinatori e ha indotto gli inquirenti a considerare anche motivazioni legate a possibili atti di violenza predatoria finalizzati al furto. Le autorità stanno ora esaminando i dettagli del caso per chiarire le circostanze dell’attacco e le sue possibili origini.
La condizione critica dell’educatore
Raffaele Scotti, 62 anni, è noto per il suo lavoro nel recupero di detenuti e ragazzi difficili. La sua passione per la riabilitazione sociale lo ha reso un punto di riferimento nelle comunità in cui è attivo. Tuttavia, l’aggressione ha cambiato drasticamente il suo stato di salute: attualmente, Scotti è ricoverato in prognosi riservata, con le sue condizioni giudicate gravi dagli specialisti dell’ospedale Cardarelli. La sua dedizione e l’impatto che ha avuto su molte vite rendono la sua situazione ancora più triste e preoccupante.
Le notizie che circolano riguardo al suo stato di salute stanno suscitando una forte reazione nella comunità, data la rilevanza del suo lavoro e il rispetto che ha guadagnato nel corso degli anni. La preoccupazione si diffonde tra colleghi, amici e familiari, in attesa di notizie più precise sul suo recupero.
Il passato di Kevin Di Napoli
La figura di Kevin Di Napoli non è estranea alla cronaca. Il pugile è stato coinvolto sei anni fa nell’inchiesta denominata Maverik, legata al clan dei Triassi, un’organizzazione malavitosa romana. Nonostante fosse stato assolto in appello da accuse gravissime di attività criminosa, compreso il ruolo di picchiatore per conto di Salvatore Sibio, un noto boss della Magliana, la sua vita è segnata da un lungo periodo di confronti con la giustizia. Di Napoli è ai domiciliari dal 2019 per altri reati, e la sua storia continua a sollevare interrogativi.
Durante l’inchiesta Maverik sono emerse connessioni con Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, un personaggio di spicco della curva nord della Lazio, assassinato in un agguato nel 2019. Questi elementi hanno fatto sì che l’immagine di Di Napoli fosse sempre più associata a contesti di violenza e criminalità. Le autorità stanno indagando su eventuali legami tra il tentativo di rapina e il passato di Di Napoli, nella ricerca di risposte a ciò che potrebbe aver portato a questa violenta aggressione.
Le indagini dei carabinieri continuano, mentre la comunità resta in attesa di rassicurazioni e di ulteriori sviluppi su questa complessa vicenda che ha scosso il territorio.