Le parole di Raffaele Sergio, ex difensore e allenatore, riecheggiano nel mondo del calcio, grazie a un’intervista nel programma “1 Football Club” di Luca Cerchione su 1 Station Radio. Con esperienze significative in squadre come Napoli e Lazio, Sergio condivide le sue impressioni su entrambe le club e sull’andamento della stagione calcistica in corso. Le sue valutazioni mettono in evidenza non solo le strategie tecniche, ma anche l’importanza dei singoli giocatori e dei loro atteggiamenti in campo.
Sergio esprime un giudizio positivo su BARONI, allenatore della Lazio, considerato da molti un tecnico sottovalutato. Secondo l’ex difensore, Baroni ha dimostrato il suo valore, soprattutto durante la scorsa stagione al Verona, dove ha portato a casa risultati sorprendenti nonostante le difficoltà. Sergio è convinto che il mister avrebbe potuto meritare l’attenzione di club più blasonati.
In merito al suo operato alla Lazio, Sergio sottolinea come Baroni sia riuscito a isolarsi dalle polemiche estive e a concentrare il proprio lavoro sul miglioramento della squadra. La valorizzazione dei giocatori è un aspetto fondamentale: i calciatori hanno mostrato grande apprezzamento per il suo metodo. La capacità di Baroni di aprire un nuovo ciclo potrebbe rivelarsi cruciale per la Lazio nel medio termine, con una previsione di sviluppo positivo nei prossimi quattro o cinque anni.
La figura di BUONGIORNO è emersa come determinante nella dinamica della nuova stagione del Napoli. Secondo Sergio, Buongiorno ha portato una quantità di sicurezza in difesa che era mancata nella passata annata. Con un fisico possente e abilità di marcatura, l’ex calciatore del Torino non solo ha rinforzato il reparto arretrato, ma ha anche dimostrato doti offensive che hanno sorpreso i più scettici. Sergio afferma che, contrariamente alle aspettative iniziali riguardo il costo dell’operazione, Buongiorno si è rivelato un acquisto molto proficuo.
In un campionato così competitivo, la personalità e il carisma sono cruciali, e il difensore ha saputo incarnare queste qualità. Sergio rimarca l’importanza di avere giocatori con una forte leadership in campo, paragonando Buongiorno a precedenti protagonisti del Napoli, come ALBIOL. Questo ha contribuito a dare solidità al gruppo e ha elevato il livello di prestazioni della squadra.
Rrahmani è stato al centro dell’attenzione di Sergio, il quale evidenzia come la presenza di un difensore carismatico sia essenziale in un contesto come quello del Napoli. La necessità di avere un leader in difesa è stata soddisfatta dall’arrivo di Buongiorno, creando una squadra che può vantare una maggiore compattezza nel gioco. Sergio sostiene che il carisma con cui un difensore guida la linea è innato e non può essere instillato dall’allenatore, portando quindi a una certa solidità nel reparto arretrato.
Un altro giocatore chiave è KVICHA KVARATSKHELIA, il quale, secondo l’analisi di Sergio, ha mostrato una crescita importante nella sua attitudine. Il desiderio di essere decisivo e di perseguire il gol sono essenziali per un attaccante, e Sergio sottolinea come Kvara stia ritrovando la cattiveria giusta, elemento essenziale per il suo rendimento.
Guardando al futuro, Sergio ritiene che il Napoli ha il potenziale per ambire a risultati significativi. Le sue riflessioni spaziano non solo sulle qualità dei giocatori, ma anche sulla lunghezza e la profondità della rosa. Preoccupazioni economiche sottolineate riguardano la vendita di McTOMINAY, che Sergio considera un talento da investire, paragonando il suo profilo a quello di un giovane POGBA.
La competitività della squadra risalta anche nei confronti dei rivali, dato che il Napoli ha dimostrato di avere una rosa in grado di competere su più fronti. Sergio è ottimista riguardo alle possibilità offerte dal gruppo, soprattutto considerando l’intensità con cui il campionato è stato affrontato finora, nonostante le sfide logistiche e fisiche derivanti da un calendario fitto di impegni.
Tra le preoccupazioni espresse da Sergio, c’è l’aumento del lavoro e l’incremento delle partite, che hanno sollecitato i giocatori in modo significativo. La pressione di giocare frequentemente ed il viaggio costante per il continente si fanno sentire, e questi fattori possono influenzare il rendimento fisico. Gli infortuni iniziano a diventare una costante, e Sergio non sorprende che a questi problemi si possa arrivare in un contesto di intensità lavorativa così elevata.
Il timore è che le condizioni fisiche degli atleti possano risentirne nel lungo periodo, rendendo necessaria una riflessione sul modo in cui le squadre devono gestire le proprie risorse. La costruzione di una squadra non si basa unicamente su quantità di impegni, ma soprattutto sulla qualità della preparazione fisica e mentale. Queste considerazioni evidenziano la sfida continua nello sport professionistico, dove il margine di errore è ridotto e le aspettative sono elevate.