L’ex sindaco di Napoli, Riccardo Marone, si appresta a pubblicare il suo libro di memorie, una raccolta di esperienze che si ferma nel 2000, anno che segna l’inizio del suo mandato come primo cittadino. Il volume, edito da Colonnese e in uscita il 20 settembre, offre uno sguardo approfondito su oltre un decennio di eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la città partenopea. Attraverso aneddoti e riflessioni personali, Marone condivide la sua visione sulla Napoli che conosce e ama, fungendo da cronista della sua epoca.
La genesi del libro: un’intuizione casuale
La spinta dell’amicizia
Riccardo Marone racconta che l’idea di scrivere un libro è nata in modo inaspettato. Durante una visita a Napoli, un amico di suo figlio, architetto di professione, rimase affascinato dal racconto delle problematiche napoletane, in particolare dalla storia del sacco di Napoli. Il giovane lo incoraggiò a mettere per iscritto quelle storie che, a suo dire, meritavano di essere raccontate. Questo incontro ha dato vita a una riflessione più ampia, in cui Marone ha sentito l’urgenza di condividere l’esperienza di una generazione che ha vissuto eventi storici cruciali.
Una narrazione densa di eventi
Il libro di Marone si ferma nel 2000, un periodo che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita politica e personale. Come ex sindaco e assessore regionale, ha vissuto in prima persona le sfide e i cambiamenti della sua città, rendendo la sua narrazione una testimonianza unica e preziosa. L’autore si pone come un ponte tra il passato e il presente, fornendo un contesto alle trasformazioni avvenute a Napoli, dai conflitti urbani agli sviluppi sociali ed economici. La sua scrittura è intrisa di passione e levità, volendo rendere giustizia a non solo le proprie esperienze, ma anche a quella di una generazione che ha combattuto per il cambiamento.
La questione del sacco di Napoli
Un mito da sfatare
Uno dei temi centrali del libro riguarda il sacco di Napoli, un fenomeno che Marone sostiene non possa essere attribuito esclusivamente ad Achille Lauro. Con dettagliate analisi storiche, l’ex sindaco sottolinea come le violenze edilizie abbiano radici ben più profonde e si siano protratte nel tempo, anche dopo l’uscita del film “Le mani sulla città“. Marone menziona episodi specifici, come la distruzione della facciata di Palazzo Roccella, per evidenziare la complicità di attori diversi, inclusi elementi della società civile che avrebbero dovuto proteggere il patrimonio culturale e architettonico.
La critica agli pseudo-ambientalisti
Marone non risparmia critiche agli pseudo-ambientalisti, accusandoli di aver bloccato numerosi progetti e iniziative per meri interessi personali. La sua analisi mette in luce come Napoli, malgrado i tentativi di risanamento, sia rimasta sostanzialmente segnata dal sacco di Ottieri. La questione diventa così uno specchio della complessità dei rapporti sociali e politici, richiamando l’attenzione sulla necessità di una riforma più profonda e di un impegno autentico da parte di tutti gli attori coinvolti.
La visione politica e sociale
Una lunga carriera di impegno
Marone offre uno sguardo critico sulla politica italiana, evolutasi rapidamente dopo Tangentopoli. Parla della libera possibilità di azione che caratterizzò un periodo successivo, quando i partiti sembravano aver perso il loro potere d’influenza. L’ex sindaco evidenzia come questa improvvisa libertà abbia contribuito a dare voce a un’amministrazione più reattiva e vicina ai bisogni della città. L’impegno di Marone e della sua amministrazione ha portato a importanti cambiamenti, ma anche nuove sfide per il futuro di Napoli.
La riflessione sul termine “società civile”
Marone esplicita la sua contrarietà all’uso del termine “società civile”, ritenendolo riduttivo e fuorviante. Egli distingue tra chi ha veramente a cuore il bene comune e chi, al contrario, approfitta della situazione per interessi personali. Questa distinzione rimarca la sua visione della politica come un campo complesso, dove le generalizzazioni non possono aiutare a risolvere i problemi.
L’eredità e il futuro di Napoli
La metropolitana e il cambiamento
Marone si dice orgoglioso dei progetti che ha portato avanti durante il suo mandato, in particolare la realizzazione della metropolitana di Napoli. Egli spiega come il suo approccio pragmatico abbia portato a una rinegoziazione delle concessioni che ha salvaguardato non solo le risorse economiche, ma anche la realizzazione dell’opera pubblica. La metropolitana, simbolo di modernità e sviluppo, diventa l’emblema del suo operato e delle sue ambizioni per una città che si affaccia al futuro.
Il rapporto con Antonio Bassolino
Nonostante le divergenze politiche e le complessità del rapporto, Marone rimane in contatto con Antonio Bassolino, un altro ex sindaco che ha condiviso con lui la scena politica. La loro amicizia dimostra un legame professionale che supera le logiche di schieramento e rappresenta un esempio di cooperazione per il bene della città. A dispetto delle sfide quotidiane, l’ex sindaco continua a credere nella possibilità di miglioramento per Napoli, guardando sempre al futuro con determinazione e speranza.
Marone non trascura di toccare temi scottanti della vita politica attuale, pur mantenendo il focus sulle sue esperienze passate. Le sue riflessioni rimangono attuali e offrono spunti interessanti per comprendere le dinamiche che hanno sempre caratterizzato la vita pubblica di Napoli e che continuano a influenzare il suo destino oggi.