Nel cuore di Torre del Greco, una nuova iniziativa porta alla ribalta la figura di San Vincenzo Romano, il “parroco santo”. Il sindaco Luigi Mennella, desideroso di onorare la memoria del santo, ha formalmente richiesto che San Vincenzo venga proclamato compatrono della città in un importante documento indirizzato alle autorità ecclesiastiche e al Papa. Questa proposta abbraccia anche la figura di San Gennaro, attuale patrono, all’interno di un contesto storico che valorizza l’impatto di Romano nel tessuto comunitario.
La lettera, recentemente consegnata al responsabile del servizio Cause dei santi della Curia di Napoli, il sacerdote Francesco Rivieccio, è stata presentata nella giornata del 14 ottobre, coincidente con l’evento annuale “Notte Sacra”. Questa ricorrenza segna il sesto anniversario della canonizzazione di Vincenzo Romano, avvenuta nel 2018 per volontà di Papa Francesco. L’importanza del documento sta nel fatto che, oltre a segnare un momento di condivisione e riconoscimento pubblico, rappresenta un gesto simbolico per tutta la comunità di Torre del Greco.
Il sindaco Mennella, nel suo scritto, ha espressamente chiesto all’arcivescovo Domenico Battaglia di fungere da intermediario per presentare questa richiesta al Santo Padre. La lettera, carica di emozione e significato, sottolinea la volontà della cittadinanza di vedere riconosciuta la figura di San Vincenzo Romano come un faro guida per l’intera comunità. Questo gesto non è solo una questione religiosa, ma mira a rafforzare il legame storico e culturale tra il santo e la città corallina.
Vincenzo Romano, ordinato sacerdote nel 1775, ha dedicato la sua vita all’educazione e al sostegno dei giovani. Dove c’era bisogno di istruzione, egli ha fondato una scuola gratuita che non solo insegnava la lingua italiana, ma anche altre discipline. La sua vocazione all’insegnamento è stata un elemento chiave nella formazione delle generazioni di Torre del Greco. Non solo ha accolto alunni desiderosi di apprendere, ma ha anche supportato coloro che intendevano intraprendere la vita sacerdotale.
La sua opera non si è limitata all’insegnamento; ha attivamente partecipato alla vita della comunità, dedicando il suo tempo anche alla popolazione rurale. Il suo impegno ha attirato l’attenzione delle autorità reali, che lo hanno coinvolto nella stesura del “codice corallino”, un documento sfidato a regolare i rapporti tra i proprietari dei fondali marini e i pescatori di corallo, elemento chiave per l’economia locale.
Un momento cruciale nella vita di Vincenzo Romano si è verificato dopo l’eruzione del Vesuvio nel 1794. Questa tragedia naturale ha devastato gran parte della città e ha chiesto un impegno straordinario da parte della comunità locale. Su richiesta del parroco di Santa Croce, Romano è stato nominato economo curato, il che ha comportato un doppio onere: fornire assistenza spirituale e contribuire alla ricostruzione fisica della parrocchia e della comunità.
La dedizione di Romano è stata senza pari, organizzando sforzi per la ricostruzione morale e materiale, ottenendo poi la nomina a preposito curato e parroco. La sua esperienza e capacità di leader hanno permesso di risollevare Torre del Greco nel difficile momento post-eruzione, lasciando un’eredità imperitura che è ancora celebrata oggi.
Richiedere a San Vincenzo Romano di diventare compatrono, dunque, non è solo un atto di culto religioso, ma una riconferma del suo significato storico, educativo e sociale per la città, che continua a guardare a lui come esempio di dedizione e altruismo.