Il racconto di Alessandro Borghese, noto chef e personaggio televisivo, offre un affascinante spaccato della sua gioventù e di un evento tragico che ha segnato la storia delle crociere. Durante un episodio di “Da noi… A Ruota Libera” su Raiuno, Borghese ha rivissuto l’affondamento della nave da crociera Achille Lauro avvenuto il 2 dicembre 1994. La sua testimonianza non solo mette in luce le circostanze drammatiche di quell’evento, ma offre anche uno spaccato della vita a bordo delle navi da crociera.
Il dramma dell’affondamento dell’Achille Lauro
La nave da crociera Achille Lauro, nel suo tragico destino, ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva. I fatti si svolsero il 2 dicembre 1994, quando un’incombente catastrofe si abbatté sulla nave che navigava nel Mar Mediterraneo. Borghese, che al tempo aveva soltanto 18 anni e già un anno di esperienza a bordo, ha ricordato la sequenza di eventi che portarono all’affondamento. “Gli esplosivi motori a poppa hanno creato una falla e un grande incendio,” ha dichiarato. Questo catastrofico allerta portò a una situazione di panico tra l’equipaggio e i passeggeri, costringendoli a evacuare e cercare riparo.
La sfida a bordo non si limitò soltanto al rischio di affondamento. Borghese ha evidenziato le condizioni estreme vissute durante i tre giorni di attesa a bordo di una zattera, prima di essere recuperati da una petroliera greca. “Abbiamo sopravvissuto con razioni di cibo non proprio appetitose,” ha aggiunto, evidenziando lo spirito di camaraderie tra i sopravvissuti. Un legame che si intrecciava tra la paura e la speranza di essere tratti in salvo, testimoniando la capacità umana di resistere in situazioni di grande tensione.
La paura di un genitore e l’attesa del salvataggio
Il racconto di Borghese non si ferma solo alla sua esperienza diretta, ma si allarga verso la reazione dei suoi familiari, in particolare di sua madre. Al momento della tragedia, non aveva la certezza della sua sorte, mentre la nave andava in fiamme. “Mia madre si è svegliata e ha visto in TV la mia nave in fiamme,” ha condiviso Borghese. Questa esperienza vissuta dalla madre, caratterizzata da ansia e impotenza, ha aggiunto una dimensione emotiva all’intera vicenda.
Nel frattempo, i notiziari riportarono che non c’erano italiani a bordo, il che intensificò ulteriormente la preoccupazione della madre. “Si è messa in contatto con chiunque potesse aiutarla fino a quando, tre giorni dopo, siamo stati ritrovati,” ha precisato. Questo lungo lasso di tempo ha rappresentato un tortuoso percorso emozionale non solo per il giovane chef, ma anche per tutti i familiari dei passeggeri e membri dell’equipaggio che vivevano nell’incertezza.
Un avvio professionale segnato dall’incidente
L’esperienza vissuta a bordo dell’Achille Lauro ha segnato Alessandro Borghese in modo profondo. Nonostante il trauma, il giovane cuoco non ha lasciato che questo evento traumatico fermasse la sua carriera. Al contrario, ha rimarcato il suo spirito libero e la voglia di tornare a navigare. “Sono risalito subito a bordo di un’altra nave per lavorare, come quando cadi da cavallo e devi subito tornare in sella,” ha detto, sottolineando la resilienza di fronte alle avversità.
Questo impulso a continuare è emblematico di una persona che non si lascia abbattere dalle difficoltà e dai traumi. La successiva carriera di Borghese, che lo ha visto diventare un personaggio di successo in TV e gastronomia, affonda le radici in quell’esperienza drammatica, trasformando il dolore in motivazione. Borghese si è affermato nel panorama culinario italiano e non solo, portando con sé la memoria di un evento che ha definito in parte le sue scelte professionali e personali.