Riemergerà dallo scorrere del tempo l’opera di Eduardo Scarpetta con la pubblicazione di 60 commedie inedite

Nel mondo del teatro napoletano, una nuova straordinaria scoperta sta per arricchire il patrimonio culturale della città. A distanza di quasi un secolo dalla morte di uno dei massimi autori teatrali partenopei, Eduardo Scarpetta, sessanta commedie dimenticate stanno per vedere la luce per la prima volta. Questi testi, scritti tra il 1876 e il 1923, sono ora oggetto di studio presso l’Istituto del Dramma Napoletano, sotto la direzione dello storico del teatro Mariano D’Amora. La pubblicazione di questi copioni, che avverrà entro la fine dell’anno, offre una nuova opportunità per rivalutare l’eredità artistica di Scarpetta e il suo contributo al teatro moderno.

La riscoperta delle commedie dimenticate

L’emergere delle sessanta opere di Eduardo Scarpetta coincide con i preparativi per onorare il centenario della sua morte, previsto per il 29 novembre. Questi copioni, custoditi gelosamente nelle case di familiari stretti, come la vedova Maria Basile Scarpetta e la sorella Maria Vittoria, sono un vero tesoro per gli studiosi e gli appassionati del teatro. La grande validità di questi testi risiede non solo nel loro contenuto, ma anche nel fatto che sono stati scritti a mano dall’autore stesso, il che li rende unici. Tuttavia, il processo di pubblicazione non sarà privo di sfide. La fragilità dei documenti, con un’età media di 120-150 anni, richiederà particolare attenzione. Fanno parte della complessità anche la ricca lingua napoletana usata, ricca di terminologie desuete, e la grafia di Scarpetta, a volte difficile da interpretare.

La presenza di cancellature e correzioni nei copioni rende evidente il carattere laboratoriale della scrittura di Scarpetta: ogni commedia è stata attentamente elaborata, con modifiche che spesso nascevano dal confronto diretto con il pubblico durante le rappresentazioni. Questi scritti contribuiranno a fornire una comprensione più profonda del suo stile e della sua visione teatrale, arricchendo ulteriormente il repertorio del teatro napoletano.

Un patrimonio teatrale da salvaguardare

Queste sessanta commedie rappresentano solo una parte della produzione complessiva di Scarpetta, stimata in circa 180 opere. Fino ad oggi, solo una settantina dei suoi testi erano stati pubblicati, pochi dei quali su iniziativa dello stesso autore. La maggior parte dei lavori più celebri, come ‘O scarfalietto, Tre pecore viziose e Miseria e Nobiltà, sono ben noti al pubblico, mentre gli altri testi, che avevano fatto parte della sua straordinaria carriera, risultavano in gran parte sconosciuti.

Una serie di opere, che includono capolavori come Nu turco napulitano e Tre cazune furtunate, hanno segnato la storia del teatro partenopeo, ma un centinaio di opere rimanevano inedite o addirittura perdute. Questo porta il pubblico a chiedersi cosa possa riservare la futura pubblicazione. Alcuni di questi copioni, tra cui l’ultima opera scritta, Woronoff, sembrano ormai irrimediabilmente persi, mentre altri si trovano in un limbo di incertezza.

La necessità di un riconoscimento critico

La pubblicazione di queste commedie rappresenta non solo un arricchimento del patrimonio teatrale, ma anche un atto di giustizia verso la figura di Eduardo Scarpetta. Secondo Mariano D’Amora, stratificato nel mondo dello studio del teatro, Scarpetta non ha ricevuto il riconoscimento critico che meriterebbe. Una parte di questo disinteresse potrebbe derivare dal suo status di comico, considerato da alcuni come autore secondario.

Un altro elemento rilevante della sottovalutazione di Scarpetta risiede nella difficoltà di fare comunità tra i napoletani. Le critiche rivolte al suo lavoro da parte di intellettuali dell’epoca come Roberto Bracco e Salvatore Di Giacomo potrebbero costituire un ostacolo all’accettazione del suo genio creativo. Guardando alla figura di Scarpetta, emerge chiaramente una storia di bellezza e sfide, in cui il teatro si rivela come un potente mezzo di espressione culturale e sociale.

La cultura napoletana e il futuro del teatro

Con la pubblicazione di questi copioni, l’Istituto del Dramma Napoletano ha l’opportunità di gettare nuova luce su una parte fondamentale della storia teatrale della città. I testi giovanili, come Na sopressata de 7.000 lire e Lo pesce cane, offrono uno spaccato della drammaturgia scarpetiana che mette in evidenza l’evoluzione del personaggio di Pulcinella e l’ascesa di Felice Sciosciammocca, ora protagonista indiscusso. Commedie mai rappresentate precedentemente, come Rusenella e La geisha a Casoria, porteranno il pubblico a scoprire dimensioni inedite di un autore che ha saputo intrecciare comicità e critica sociale.

L’impatto di questa iniziativa va ben oltre la mera ripubblicazione di opere dimenticate. Essa rinvigorisce l’identità culturale napoletana e ispira una nuova generazione di artisti e studiosi a esplorare e apprezzare un patrimonio teatrale che ha da sempre rappresentato una parte essenziale della vita cittadina.

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Filippo Grimaldi